Roma, 31 ott – Venezia a pagamento. Basterebbero solo queste parole per chiudere una riflessione che solo i nostri tempi folli consentono plausibile. Solo in tempi folli sei costretto a sostenere che l’aria che respiriamo sia fondamentale per la nostra esistenza. Solo in tempi folli come questi si è costretti a sottolineare come Venezia a pagamento sia un abominio per la civiltà e l’umanità.
Venezia a pagamento: non è un film distopico ma la realtà
Non è un incubo, non è un film distopico, non è un racconto di fantascienza. Dalla primavera 2024 il centro di Venezia sarà a pagamento. Il Comune ha deciso che occorrerà un ticket per accedere città lagunare, con tanto di prenotazione online e pagamento di 5 euro per l’ingresso. Un bigletto anche solo per andare a Piazza San Marco. Non per entrare in un museo, non per addentrarsi al Palazzo Ducale. Ma per stare semplicemente lì, anche a prendere un caffé in un bar. Vengono i brividi e sale anche parecchia rabbia.
Solito discorso: servono “piccioli”
Il pretesto è quello del contrasto al “turismo estremo”, ma la verità è che servono i soliti “piccioli”, per dirla alla siciliana. Sembra davvero incredibile quanto, come in un pessimo gioco dell’oca, si torni al punto di partenza: come reperire fondi che le amministrazioni (e in generale lo Stato) non ha più. Tutto confluisce verso l’insopporabile (e del tutto imposto, è bene precisarlo, non c’è stato nessun crollo del modello precedente, semplicemente si è fatta tanta propaganda per demonizzarlo e preparare le persone a credere questo pessimo futuro come ineludibile) idea dello “Stato azienda”. In ogni sua forma, piccola o grande che sia: Stato centrale azienda, regione azienda, provincia azienda, e sì, anche città azienda. Il precedente di Venezia a pagamento non è pericoloso, ma pericolosissimo. Pur cercando di vederla in chiave “ottimistica” sulle caratteristiche peculiari della città (lagunare, umida, di difficile manutenzione e anche vita quotidiana, per chi ancora ci abita), la mente già genera mostri. Immaginate la stessa cosa per uno qualsiasi dei borghi italiani. Mi vengono in mente Casertavecchia, Assisi, Ferrara. Andando, per ovvi moti di sintesi, su ciò che prima viene alla mente. Forse le condizioni morfologiche non lo permetterebbero come per il capoluogo veneto.
Stelio Fergola