Roma, 19 ott – Ci si chiede da anni perché il terrorismo non colpisca in Italia. Per meglio dire, qualche volta si è sfiorato l’attentato, più che altro la mezza rissa di qualche cane sciolto senza mezzi che ha urlato randomicamente “Allah Akbar” in qualche piazza italiana. In ogni caso, niente di paragonabile al resto d’Europa.
Terrorismo e Italia, la strana indifferenza
Parlano i fatti: dal 2015 in poi, ma diremmo anche negli ultimi vent’anni, di terrorismo in Italia, fattualmente, non se n’è vista un’oncia. Per lo meno se parliamo di attentati perché, ovviamente, se si parla di stranieri legati ad Isis e varie eventuali altre organizzazioni il nostro Paese non è dissimile da altri (gli ultimi sono i due egiziani arrestati a Milano qualche giorno fa). Attacchi concreti, veri, e vittime molteplici, però, per fortuna, ancora nulla. Niente rispetto a Germania, Francia, Belgio e diverse altre aree dell’Europa continentale. Perché?
La ragione dell’esclusione potrebbe risiedere nell’immigrazione
L’Italia ha una posizione geografica troppo importante per i flussi migratori. Tanto è che scafisti e trafficanti vari la scelgono con una certa predilezione (anche rispetto alla Grecia e alla Spagna). Oltre la rotta balcanica, quella mediterranea è preferita per le nostre coste. Il ragionamento che ne consegue è semplice, anche se chiaramente è solo una possibile intuizione: il terrorismo non colpisce in Italia perché le organizzazioni che vi fanno capo la considerano uno snodo troppo importante. Un eventuale attentato potrebbe – condizionale obbligatorio, vista la debolezza della nostra classe politica e i poteri inesistenti sul controllo dei confini – irrigidire un punto di passaggio al momento troppo aperto e troppo comodo per poter essere toccato. Per carità, è solo un ragionamento. Che peraltro non esclude la possibilità di futuri attentati anche dalle nostre parti. Diciamo che li rende più complicati, questo sì: il che, ovviamente, non è una garanzia. Nessuno può evitare, banalmente, che qualche cane sciolto abbia un colpo di testa.
Stelio Fergola