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La sinistra ora vuole celebrare anche il 30 giugno 1960, quando la violenza censurò il Msi

by La Redazione
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30 giugno 1960 fatti

Roma, 27 giu – Quando ci si mette d’impegno (ma anche quando non lo fa, a dirla tutta) la sinistra mostra una faccia tosta di quelle difficilmente ignorabili. L’ultima “perla” riguarda la promozione della Cgil e dell’Anpi di una celebrazione dei fatti del 30 giugno 1960. Un’idea di una gravità inaudita, considerata la cronaca di ciò che accadde quel giorno.

Quando la violenza è sinistra va celebrata

Si tratta di storia conosciuta e drammatica: il Movimento Sociale Italiano aveva organizzato un congresso a Genova previsto per il 2 luglio di quell’anno, sull’onda delle polemiche per la fiducia espressa al governo del democristiano Fernando Tambroni qualche mese prima. Il capoluogo ligure era considerato una città “modello” della cosiddetta “resistenza”, come del resto Milano, dove era stato tenuto il precedente congresso missino. La questione fu percepita come una “provocazione” dalla sinistra, la quale iniziò a protestare già ai primi di giugno, in un clima di costante escalation che avrebbe portato proprio alle manifestazioni del 30 giugno 1960.

Il risultato delle “proteste” fu che il Msi fu costretto a non organizzare il congresso, ma quel che è peggio la città venne messa a ferro e fuoco: ovviamente, le versioni da sinistra danno tutta la responsabilità alle forze dell’ordine, colpevoli di aver provato a disperdere i manifestanti con gli idranti. Peccato che le spranghe e le armi fossero di ben altra mano e che il bilancio finale sia stato di 162 feriti tra le autorità contro i 42 dei manifestanti. Una giornata di sangue che, evidentemente, per i sindacati di sinistra e per i partigiaani senza fascismo è un momento di gloria.

Plinio di Casapound: “Celebrare quella giornata è apologia di reato”

L’ex presidente del Consiglio regionale ligure Gianni Plinio, attualmente esponente di Casapound, condanna duramente l’idea della celebrazione: “Sono venuto a conoscenza che venerdì 28 giugno il sindacato Cgil e l’Associazione dei partigiani Anpi promuoveranno un corteo a Genova per celebrare i fatti del 30 giugno 1960. Celebrare fatti gravemente eversivi come quelli che accaddero in piazza De Ferrari configura senz’altro apologia di reato e, quindi, il corteo va vietato dalle autorità competenti”.

Poi aggiunge che “in quel giorno di 64 anni fa la violenza scatenata in piazza dai comunisti impedì la celebrazione del Congresso Nazionale del Msi, e cioè di un partito di rappresentanza parlamentare liberamente eletta”. Plinio ha anche ricordato che dei 43 antifascisti accusati delle violenze, 41 furono condannati in via giudiziaria.

 

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