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La sberla a Israele: la “pietra d’inciampo” di fronte alla sede dell’Ansa è pro Palestina

by La Redazione
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Roma, 7 giu – Per chi non conoscesse il simbolo della cosiddetta “pietra d’inciampo”, un breve riassunto: trattasi di un’iniziativa avviata agli inizi degli anni Novanta da un artista tedesco, Gunter Demnig, che a tale idea deve sostanzialmente la sua fama. La “pietra” altro non è se non una targa impiantata nel tessuto urbanistico di una città, riportante i dati dei deportati nei campi di concentramento nazisti nella seconda guerra mondiale. Come tutto ciò che riguarda la Shoah, l’attività ha avuto diversi proseliti e oggi le pietre d’inciampo sono presenti in diverse città europee. Italia, ovviamente inclusa. Anzi, piazzale di fronte alla sede dell‘Ansa di Bolzano inclusa. Qualcuno però ha pensato di rinfacciare un altro tipo di “inciampo”…

Pietra d’nciampo pro Palestina

La pietra d’inciampo non è infatti pro Israele, considerato il fatto che il suo popolo è quello effettivamente vittima della Shoah nazista, ma di quella che probabilmente viene considerata “un’altra Shoah”, attuata stavolta non contro gli ebrei ma dagli ebrei, con destinazione ben nota nella Striscia di Gaza e nella fattispecie il popolo palestinese. Un atto di critica netta, insomma, indirizzato a chi da decenni ricorda di aver subito un tentativo di sterminio.

Il testo della “pietra”

Sulla pietra d’inciampo pro Palestina, come riportato dalla stessa Ansa, si legge quanto segue: “Qui pianifichiamo la morte di uomini, donne e bambini palestinesi, vittime di genocidio e persecuzione dal 1948. 13.000 bambini morti di bombe e fame. Avevamo giurato di non ripetere”. La pietra di contestazione è stata incollata di fianco a una originale, riportante i dati di Auguste Freud, il quale lavorava  proprio nel palazzo che ospita la sede locale dell’agenzia di stampa nazionaele, arrestata nel 1944 e successivamente deportata ad Auschwitz, dove morì il 23 maggio del 1944.

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