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La Bce contro la tassa sugli extraprofitti: ora devono dirci anche come fare cassa

by Sergio Filacchioni
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Bce

Roma, 13 settembre – Non poteva mancare il parere della Bce – Banca centrale europea – sulla tassa sugli extraprofitti delle banche. In una nota l’istituto europeo ha chiesto esplicitamente di non usare il decreto legge per “risanare il bilancio”.

Il parere della Bce

L’imposta straordinaria può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario e finanziamento all’ingrosso, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno interesse a investire in enti creditizi italiani che hanno prospettive più incerte”. Si legge nel parere sulla tassa sugli extraprofitti della banche pubblicato oggi dalla Bce e che reca la firma della presidente Christine Lagarde. “Inoltre – prosegue – l’introduzione di una imposta retroattiva ad hoc aumenta indebitamente l’incertezza sul quadro fiscale, danneggiando la fiducia degli investitori e influenzando potenzialmente anche il costo del finanziamento per le società non finanziarie. Inoltre, la sua natura retroattiva può alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dar luogo a un ampio contenzioso, creando problemi di incertezza giuridica”. Insomma, secondo i papaveri di Francoforte “Limitare la capacità degli enti creditizi di mantenere posizioni patrimoniali adeguate o di costituire con prudenza accantonamenti nel contesto di una possibile flessione della qualità creditizia potrebbe mettere a repentaglio una regolare trasmissione delle misure di politica monetaria”. La Bce quindi chiede chiarimenti – e rassicurazioni – un richiamo che non può che lasciare perplessi: si raccomanda “cautela” su questa misura, per garantire che l`imposta “non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti”, per eventuali futuri deterioramenti del credito. Chissà perchè quando vengono imposti dei limiti – seppur minimi, figuriamoci se si parlasse di nazionalizzazione – alle banche scattano tutti sulle postazioni di difesa. Restano comunque dei nodi da chiarire in sede europea.

Il decreto omnibus del 7 agosto

Come confermato dal testo del decreto legge n. 104/2023, il decreto Omnibus approvato in Consiglio dei Ministri il 7 agosto 2023, il prelievo sarà del 40 per cento, aliquota che si applicherà sugli extraprofitti realizzati alla luce dell’aumento degli interessi sui finanziamenti. Come chiarito dal Ministero dell’Economia, l’imposta prevederà un tetto massimo dello 0,1 per cento del totale attivo, e quindi l’impatto sui conti delle banche sarà limitato. Secondo alcune stime la tassa sulle banche potrà portare in ogni caso ad un gettito superiore a 2 miliardi di euro, risorse che verranno utilizzate per le misure in cantiere con la Legge di Bilancio 2024 e anche per ridurre l’IRPEF per le famiglie e per le imprese.

Sergio Filacchioni

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