Roma, 11 ott — Chissà se attrici, attricette, attorucoli e cantanti varie si taglieranno una ciocca di capelli anche per Ilaria Maiorano, 41 anni, ammazzata di botte dal marito marocchino a Osimo, provincia di Ancona.
Marocchino ammazza la moglie a Osimo
I carabinieri, intervenuti dopo la segnalazione di una parente della donna, hanno trovato il cadavere di Ilaria al momento dell’irruzione nel casolare di via Montefanese 146 — in una zona di campagna a Padiglione — dove la coppia viveva con i figli. Il marito, El Gheddassi Tarik, si trovava ancora lì. Secondo le prime ricostruzioni lo straniero — agli arresti domiciliari per droga — avrebbe massacrato la moglie al culmine di un litigio. A terra non c’erano tracce evidenti di sangue. «E’ caduta battendo accidentalmente la testa», si sarebbe giustificato il marocchino rispondendo alle domande degli agenti. E’ finito in manette perché sospettato di omicidio volontario aggravato.
Massacrata di botte
La versione del marocchino è stata immediatamente smentita dalle prime rilevazioni effettuate sul corpo senza vita della donna: le ferite non sembrano compatibili con una caduta, ma con percosse violente. Tarik avrebbe letteralmente massacrato di botte la moglie. Era stata una parente della vittima a contattare telefonicamente la povera Ilaria. La 41enne, probabilmente nel pieno dell’aggressione da parte del marocchino, aveva chiuso la telefonata in modo sospetto. La parente aveva continuato a telefonare, senza ricevere più risposta. A quel punto ha allertato i militari dell’Arma. Sulla tragica vicenda hanno già avviato le indagini i carabinieri di Osimo, che in queste ore stanno sentendo i vicini e altre persone vicine alla famiglia che potrebbero fornire particolari utili alla ricostruzione dei fatti.
Sul posto, fa sapere il Messaggero, è arrivato anche l’imam della comunità islamica di Osimo. Il capo religioso descrive la famiglia come «gente tranquilla» che era solita frequentare la moschea locale.
Cristina Gauri
2 comments
[…] personali, falso ideologico e calunnia per aver scritto nell’annotazione di servizio che fu il nordafricano, reagendo con violenza, a provocargli una lesioni al rachide e una alla spalla. Lo riporta […]
[…] Lo straniero, stando alla testimonianza della consorte corroborata dai solidi riscontri probatori forniti alla Procura della Repubblica dalle indagini della Squadra Mobile, maltrattava reiteratamente e pesantemente la donna, anche lei cittadina marocchina, e le due figlie, entrambe minori, nate a Pisa. L’inferno quotidiano vissuto dalle vittime era scandito dalle minacce di morte del marocchino, che non si faceva scrupolo di utilizzare oggetti taglienti o di spaventare la donna trascinandola sul terrazzo e minacciandola di buttarla di sotto. […]