Roma, 20 gen – La situazione politica ed economica del Burkina Faso non è certamente delle migliori, considerato che da una parte c’è l’esercito che con un colpo di Stato ha preso il controllo del Paese, dall’altra imperversano i terroristi islamici che seminano terrore in buona parte del Paese. Quindi non deve stupire che l’estrazione di oro, il principale minerale del territorio, sia diminuita drasticamente e con essa le entrate del governo centrale.
Il Burkina Faso e l’estrazione dell’oro
Le tasse sul settore minerario costituiscono il 14,3% delle entrate statali e il calo dell’estrazione di oro, che dal 2021 al 2022 è stato del 13,7%, ha influito negativamente sull’erario. La giunta militare che governa il paese ha preso coscienza di questo problema e non solo sta cercando di aumentare la quantita’ di oro estratto ma adesso vuole aggiungere valore a questo minerale costruendo quella che puo’ essere definita la prima raffineria di oro del Burkina Faso.
La nuova raffineria
I lavori di questa nuova struttura sono iniziati poche settimane fa. Si prevede che sarà completata entro undici mesi e potrà produrre 150 tonnellate di lingotti d’oro all’anno da 22 carati con una purezza del 99,99%. Conseguenza occupazionale: 100 posti di lavoro diretti e 5.000 indiretti.
Con questo progetto la giunta militare del Burkina Faso vuole aggiungere valore all’oro estratto così da massimizzare i benefici economici generati dall’estrazione del minerale, evitando così che venga esportato in forma grezza e lavorato all’estero: ma non sono gli unici motivi della costruzione. Infatti è altresì noto che i gruppi jihadisti operanti nel Paese si finanzino contrabbandando oro grezzo. Dunque con questa raffineria la giunta militare spera di fermare il traffico e privare i terroristi di una importante fonte di finanziamento.
Giuseppe De Santis