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Ilaria Salis, “l’Italia ha diritto di mobilitarsi ma non può pretendere impunità”

by Alberto Celletti
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Ilaria Salis

Roma, 13 feb – Sentiamo parlare da settimane di Ilaria Salis e delle condizioni presuntemente disumante del carcere ungherese in cui è trattenuta. Sul tema interviene un ambasciatore magiaro, Adam Kovacs, che scrive una lettera indirizzata al Giornale.

Ilaria Salis, l’ambasciatore ungherese risponde alle accuse

“Egregio Direttore, il processo penale in corso davanti ai giudici ungheresi nei confronti di Ilaria Salis ha suscitato grande interesse in Italia anche grazie al risalto che ha dato all’argomento la stampa italiana”. Comincia così la lettera di Kovacs, che scrive successivamente che “mentre una parte di essa ha fornito ai lettori un’informazione obiettiva e imparziale, una parte significativa ne ha dato una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi”. Per l’ambasciatore, inoltre, “si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta di Ilaria Salis”. Inoltre c’è una difesa della  “nostra democrazia che esclude l’uso della violenza come strumento del confronto politico. Noi ungheresi abbiamo già pagato un prezzo altissimo per ottenere la libertà dal regime comunista sovietico e ancor prima da quello nazista e non possiamo tollerare di essere additati come i negatori della libertà di espressione democratica”.

“Legittimo che l’Italia si mobiliti, inaccettabile che pretenda impunità”

Kovacs, dapprima, difende le indagini: “Secondo le prove raccolte dalle autorità investigative ungheresi, il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro: un network di attivisti appartenenti a organizzazioni estremiste provenienti da diversi Paesi europei si è mobilitato per viaggiare in Ungheria, con lo scopo premeditato di prendere di mira esponenti di estrema destra (selezionati in base al loro abbigliamento) e di causare loro lesioni fisiche e psicologiche talmente gravi da dissuaderli dalle loro convinzioni ideologiche. Dai video in possesso dell’Autorità Giudiziaria, apparsi anche sulla stampa, emergono condotte assolutamente illecite, con atti di aggressione ai danni di soggetti di presunta opposta matrice ideologica, con conseguenti gravi lesioni agli stessi e tutto secondo una attenta e studiata regia”

Ribadendo che sulla eventuale colpevolezza della Salis “sarà la Corte a pronunciarsi”, l’ambasciatore sottolinea che “la condotta degli esecutori ha violato il principio costituzionale che delega allo Stato il controllo dell’ordine pubblico e la tutela dei suoi cittadini e dei loro beni”. Poi l’inciso sulla stampa e le autorità italiane. Che esse  “si mobilitino, nel rispetto della sovranità altrui, per la salvaguardia dei diritti di una cittadina è pienamente legittimo”, ma “allo stesso tempo, è preoccupante e inaccettabile la dose di ideologia che certa stampa e politica hanno messo in campo ancora prima dell’inizio del processo penale, pretendendo l’impunità di una persona accusata di crimini oggettivamente molto gravi. E ciò non solo nei confronti dello Stato che rappresento, ma dei princìpi di legalità e stato di diritto che ci accomunano”.

Alberto Celletti

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