Roma, 14 gen – Sono moltissimi gli africani che emigrano in Sudafrica in cerca di fortuna: tanti cercano di ottenere lo status di rifugiati per rimanere nel Paese, ma l’afflusso esasperato ha scatenato l’ira di molti neri autoctoni, i quali accusano i nuovi arrivati di rubare loro il lavoro, oltre che alimentare la criminalità. Questo senza contrare i diversi i casi di violenze fisiche.
Perché il Sudafrica potrebbe uscire dalla Convenzione del 1951 sui rifugiati
La rabbia è così alta che il governo sta pensando di uscire dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati del 1951, così da poter piu’ facilmente deportare tutti i richiedenti asilo verso Paesi che non sono considerati pericolosi. Per capire l’importanza di questa proposta è necessario notare quanto la Convenzione medesima garantisca ai richiedenti asilo il diritto a ottenere sussidi e altre forme di aiuto, vincolando i Paesi che ne fanno parte. Per questo, Pretoria vorrebbe temporaneamente starne fuori: per evitare un obbligo che si sta rivelando letteralmente suicida.
Rafforzare le frontiere
Il Sudafrica, in verità, punta a creare un’autorità che possa rafforzare i controlli alle frontiere e mettere in atto politiche volte a costringere i richiedenti asilo a chiedere aiuto nel Paese sicuro più vicino (come di fatto, logica vorrebbe) invece di recepire clandestini provenienti anche da aree lontanissime. Al momento non è chiaro se e quando il Sudafrica lascerà la convenzione Onu, ma il fatto che stia pensando di farlo è una mossa senza precedenti che dovrebbe essere di esempio per l’Italia. Perché il loro obbligo è anche il “nostro”, dal momento che la Convenzione medesima è una delle ragioni per cui siamo messi spalle al muro nell’accogliere chi arriva con i barconi, e in modo copioso, sulle nostre coste.
Giuseppe De Santis