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Il primo direttore dei programmi Rai? Un camerata. Storia di Sergio Pugliese

by Alberto Celletti
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Sergio Pugliese

Roma, 5 gen – Sergio Pugliese, un fascista e un gerarca, è stato il primo, vero, direttore dei programmi Rai. La stessa che esiste da “70 anni”, suggestione su cui il mainstream si è buttata più o meno a capofitto (pur senza raggiungere i livelli oggettivamente incredibili dell’Inps “nata da 125 anni”), ma che in realtà era di un bel po’ precedente, coinvolgendo il “solito Ventennio” di cui non solo non si può parlare, ma di cui è meglio non sottolineare troppo le creazioni, quandunque addirittura negarle.

Sergio Pugliese, il fascista che diresse i primi programmi Rai

Qualcuno parla di “figura dimenticata” non a torto. Perché Sergio Pugliese lo è, anche – seppur non esclusivamente – per le solite e tristi ragioni. Entrato nell’Eiar come funzionario negli anni Trenta, fu anche segretario federale del Partito nazionale fascista. Negli anni del dopoguerra sarebbe stato progressivamente reintegrato nell’azienda con l’incarico di dirigere i programmi della nascente televisione: responsabilità che mantenne fino alla sua mortte.

La censura del dopoguerra

Dopo la momentanea estromissione dell’Ente e la sua ricostituzione verso la fine della guerra, Pugliese fu oggetto di una vera e propria censua che lo estromise dalle sue attività radiofoniche, oltre che di drammaturgo navigato quale era. Una situazione che dura fino al 1946/47, quando finalmente viene reintegrato. A Pugliese, peraltro, si deve molto altro oltre alla semplice innovazione radiofonica e televisiva che avrebbe travolto il Paese nel post-fascismo: l’ideazione dell’Eurovision Song Contest, da lui proposto nel 1955 con il progetto di creare un concorso canoro sul modello del festival di Sanremo. La sua memoria, tutt’oggi, non è valorizzata quando perfino offesa. Pugliese morì nel 1965, ma quatttordici anni dopo la sua scomparsa l’allora sindaco di Roma Giulio Carlo Argan gli intitolò un largo nel quartiere Talenti, con tanto di targa commemorativa che però oggi risulta danneggiata.

Alberto Celletti

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