Roma, 8 mar – Ci risiamo, arriva il fatidico 8 Marzo, e arrivano i consueti appuntamenti dei mass media con i dati agghiaccianti e l’emergenza sulla violenza di genere. Quest’anno arrivano anche gli scioperi dei mezzi pubblici. La cosa ha un che di tragicomico. Ma protestare contro la violenza di genere (alias sulle donne), direte voi, è una giusta causa per fermare autobus e metropolitana almeno per un paio d’ore. Ed è vero, è una giusta causa, ma il problema è proprio questo: in questi ultimi tempi i mass media e i politici riescono sempre a cavare fuori una giusta causa qualunque per portare la gente in piazza. Anche troppe giuste cause, verrebbe da dire.
Qualche problema critico sorge: al momento, sull’entità reale della violenza sulle donne in Italia non esistono dati statistici. Esiste uno studio dell’ISTAT del 2006, ampiamente criticato per la poca scientificità[1]. Inoltre, uno studio dell’Università di Siena, applicando lo stesso sondaggio agli uomini, ha mostrato risultati analoghi a quello sulle donne[2]. Ma diamo anche per veritiero lo studio dell’ISTAT in questione: se ne evince che nel corso di una vita il 10% circa delle donne subisce almeno una violenza che include in questo termine un insulto o un pestone indiscriminatamente. Non per trivializzare la violenza, ma non è certo una ragione per urlare alla emergenza violenza di genere in Italia, tanto più se dati analoghi sono applicabili agli uomini. Poi, sono sicuro, arriverà qualche Wanna Marchi delle questioni di genere a sostenere che la violenza, anche quando commessa dalle donne sugli uomini, è sempre violenza maschile perché c’è il patriarcato e poi c’è Trump e poi eccetera eccetera. Questo delirio è scientificamente infalsificabile (dunque ascientifico) e non mi disturbo nemmeno di falsificarlo.
Piuttosto, viene da chiedersi perché * nostr* amic* femminist* non si occupino dei veri problemi delle donne oggi. Il primo problema è l’aumento della criminalità causato dalle folli politiche di open borders degli ultimi anni: nel 2014 gli stranieri si sono resi responsabili del 38,7% delle violenze sessuali, pur rappresentando il 12% della popolazione[3]. Ciononostante i mass media e la politica continuano con la massima delle frontiere aperte. Il secondo problema è costituito da tutti quei furbastri di imprenditori e datori di lavoro che ai colloqui discriminano le donne che manifestano la volontà di avere figli, dalle donne costrette a lavorare al primo mese di maternità e dalla sempre più difficile condizione economica e sindacale. Su questo ultimo punto non ho dati statistici (in teoria in Italia la legge dovrebbe proibire questi episodi), ma spero vi fiderete delle evidenze aneddotiche di amici e parenti. Ecco i due problemi veri delle donne oggi: immigrazione e precarizzazione.
Allora viene da chiedersi: come mai chi ha tanto a cuore i diritti delle donne sia così spesso culo e camicia con i governi di sinistra responsabili delle donne molestate a Colonia e dell’impossibilità di avere una famiglia? Questo non è benaltrismo, è un desiderio di chiarezza. Ma la ragione è più che chiara: la società di massa si basa ogni giorno sempre di più sul virtue signalling, direbbero gli americani. Se critichi la vulgata femminista allora sei a favore della violenza sulle donne. In America hanno fatto la Women’s March contro Trump, dunque se sostieni Trump sei contro le donne. I mass media sono costantemente alla ricerca di giuste cause con cui distrarre, ipnotizzare, semplificare ed instupidire il popolo. E questo si chiama tecnica di controllo delle masse.
Edoardo Pasolini
[1]http://www.pensierocritico.eu/manipolazioni-statistiche.html
[2]http://www.ilgiornale.it/news/politica/cinque-milioni-uomini-ogni-anno-sono-vittime-1333858.html
[3]http://www.repubblica.it/cronaca/2016/10/25/news/cittadini_stranieri_e_denunce_penali_i_dati-150532856