Roma, 19 giu – I trafficanti di esseri umani non hanno alcun rispetto non solo per la legge ma anche per la sovranità degli Stati. Sono tutte cose che già sappiamo, ma quando addirittura arrivano dichiarazioni dalla fonte originale, beh, la questione diventa ancora più vergognosa (e imbarazzante).
Trafficanti di esseri umani, uno di loro sfida l’Italia: “Ho i barconi pronti, la Meloni si rassegni”
Come riporta il Giornale, a parlare è uno dei gestori delle rotte che opera solamente con i tunisini. Non per ragioni razziste come qualche intelligentone potrebbe dedurre, ma di soldi: i nordafricani sborsano più soldi. Sono anche “privilegiati”: per loro, barche migliori, in legno. L’uomo così parla al cronista di Repubblica che era riuscito ad avere il suo contatto: “Ho già trenta viaggi completi e pronti a partire. La Meloni si deve rassegnare“. Questo nonostante la “pausa” di una primavera dilaniata dal maltempo. Una pausa da cui si conta comunque di recuperare con la fruttifera stagione estiva, soprattutto grazie ai pochi locali (appunto, tunisini) che partono rispetto ai subsahariani ma che pagano cifre più alte: “Il prezzo richiesto ai clienti dipende sempre dal servizio fornito. Sono 2500-3000 dinari (740-880 euro) su una barca di legno con più di cinquanta persone a bordo. Chi, invece, ne pagherà 7000-8000 andrà nella stessa imbarcazione, ma solo con una trentina di migranti e due motori invece di uno, nel caso il primo faccia cilecca”.
Uno scempio sempre più alla luce del sole
Con le barche meno trafficante l’entrata supera comunque i 210mila dinari, che il trafficante divide con i suoi soci. L’estate, intanto, incombe, sebbene in ritardo rispetto alla solita tabella di marcia, complice un maggio dalle pioggie intense. E i numeri, come è logico che sia, riprenderanno a crescere come non mai.
Alberto Celletti