Roma, 12 lug – Una farsa, quella grillina. L’ultima, l’ennesima, che stavolta evidenzia spaccature inutili nella maggioranza. Ad avvicinarsi a questa tesi, pur non dicendolo in modo troppo, diretto, non poteva che essere una “vecchia volpe” della politica italiana come Clemente Mastella.
La farsa grillina e le affermazioni di Mastella
Clemente Mastella, ex-Dc ed esponente storico del centrismo, individua la farsa grillina ma spiega all’Agi la presunta crisi della maggioranza con una metafora: “Avevo due zii, Diamante, la sorella di mio padre, e Giovannino. Lei sembrava una quercia, lui era pieno di problemi di salute. Ebbene: zia Diamante è morta quindici anni prima”. La sintesi non potrebbe essere più ovvia: “Le maggioranze ampie e apparentemente solide cadono prima, quelle fragili restano in piedi di più”.
Le dimmissioni? Per carità, possibili. Ma non decisive di alcunché: “O trovano in questi due-tre giorni una via d’uscita onorevole per i 5 Stelle oppure Draghi salirà al Colle e rimetterà il mandato”, Il concentrato di verità, però, si concentra nelle affermazioni successive sui grillini: “Hanno bisogno di alzare i toni per recuperare l’irrecuperabile” e “hanno dilapidato un tesoro e adesso cercano di tenersi almeno pochi spiccioli”.
“Elezioni anticipate? La vedo difficile”
Di sicuro, per Mastella, di elezioni anticipate non si parlerà: “Il voto a ottobre? Da noi non è consuetudine e poi bisogna fare la finanziaria. Con una maggioranza in Parlamento, anche senza M5s, si potrebbe comunque affidare il governo a qualche personalità. In fondo potrebbe essere ancora Draghi, se lui accettasse, ma la vedo difficile”. Questo sebbene sulla cronologia inevitabile ci sia ben poco da fare: “La verita’ e’ che siamo alla fine dell’esperienza di governo. Anche la Lega mostra evidenti segni di insofferenza”. In ogni caso, “la battaglia e’ molto difficile”, perché “se i 5 Stelle escono dal governo finiscono isolati, senza nemmeno piu’ l’alleanza con il Pd. Conte si e’ infilato in un vicolo cieco, invece doveva fare come Di Maio”.
Alberto Celletti
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