Roma, 11 mag – Piega le dita, afferra gli oggetti e, soprattutto, dà una speranza a chi non può più far uso delle mani. Si chiama Hannes l’ultimo ritrovato della robotica al servizio della salute. Ed è una creazione tutta italiana.
Realizzata da un gruppo di lavoro composto da ingegneri, medici, terapisti e pazienti, Hannes è un prodotto del Rehab Technologies Lab, la struttura nata nel 2013 dalla collaborazione fra Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit).
Chiamata Hannes in onore di Hannes Schmidt, primo direttore tecnico del Centro protesi dell’Inail di Budrio e creatore più di cinquant’anni fa della prima mano controllata da impulsi nervosi trasmessi dai muscoli del braccio, è destinato a rivoluzionare il settore delle protesi in quanto non richiede alcun intervento chirurgico per la sua installazione ed è sensibilmente più economico rispetto agli apparecchi oggi in commercio.
“Ha una presa che somiglia a quella di una mano umana – spiega Lorenzo De Michieli, coordinatore del Rehab Technologies Lab – con le dita che avvolgono l’oggetto distribuendo automaticamente la forza. E ha anche una presa dinamica, nel senso che le dita agiscono per mantenere una presa stabile anche se l’oggetto si muove. Pensiamo ad esempio al contraccolpo sul manico di un martello dopo aver piantato un chiodo. Insomma: non c’è nulla sul mercato che ha queste capacità”.
“Abbiamo uno strumento prezioso”, ha commentato il presidente dell’Inail Massimo De Felice, aggiungendo che Hannes sarà “pronta per la commercializzazione a partire dal 2019”. La mano bionica frutto della ricerca pubblica non resterà però uno strumento destinato a pochi: il direttore generale per la programmazione sanitaria del ministero della Salute, Andrea Urbania, ha infatti annunciato che Hannes sarà esaminata dalla commissione sui livelli essenziali di assistenza, in modo da poter valutare un suo inserimento fra le prestazioni garantite dal servizio sanitario nazionale.
Nicola Mattei
Hannes: parla italiano la mano bionica del futuro
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