Grottaglie, 16 mar – Questa mattina alla presenza del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, è stato inaugurato presso l’aeroporto di Grottaglie (Ta) il primo “test bed” (banco prova) per i droni italiani.
L’aeroporto di Grottaglie, già chiuso al traffico civile da qualche anno, è sede della Stazione Aeromobili Marina (Maristaer) che da più di ventanni ha in servizio gli AV-8B “Harrier II” Plus, gli aviogetti a decollo e atterraggio verticale (Stovl) che equipaggiano nave Garibaldi e ora nave Cavour, e presto vedrà l’arrivo dei nuovi F-35B che andranno a sostituire gli “Harrier” della Marina Militare. L’inaugurazione del centro di ricerca sperimentale sui droni (Uav/Ucav) va a colmare un vuoto logistico e amministrativo che impediva all’Italia di avere la propria base per lo sviluppo di queste tecnologie, in quanto le regole Enav/Enac sono molto restrittive. L’areoporto di Grottaglie offre, inoltre, favorevoli condizioni climatiche che, unite alla disponibilità dell’intera base, permetteranno un salto di qualità in merito a questi sistemi d’arma non solo a livello italiano, ma anche a livello europeo: il progetto infatti è quello di costruire un “hub” tecnologico internazionale per la produzione di droni.
Il settore degli Uav/Ucav (Unmanned Air Vehicle/Unmanned Combat Air Vehicle) vale già, in Italia, più di 5 miliardi di euro, e grazie a questa scelta strategica raddoppierà nei prossimi 8/9 anni. Al momento in Italia vengono prodotti alcuni Uav come il “Falco” di Selex-Galileo e lo “Sky-Y” di Alenia-Aermacchi; lo “Sky-X”, sempre di Alenia, sarà l’unico drone ad avere la qualifica di Ucav. Selex ed Alenia sono aziende che fanno parte del gruppo Finmeccanica che ha fortemente voluto la nascita del Grottaglie Test Bed.
Paolo Mauri