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I progressisti? Psicotici e manipolatori. Lo dice la scienza

by Francesco Meneguzzo
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American Journal of Political Science, una delle riviste scientifiche più importanti del settore

Richmond, Virginia, 11 giu – L’avevamo detto e documentato più di un anno fa che il comunismo è una malattia mentale. Ebbene, oggi arriva la conferma più rigorosa della scienza, in forma di un articolo pubblicato ormai quattro anni fa sulla importantissima rivista American Journal of Political Science ma appena ufficialmente corretto dagli stessi autori e completamente stravolto nelle sue conclusioni più importanti, che oggi si leggono così: i progressisti sono geneticamente psicotici.

La ricerca muoveva dall’analisi comparata dei tratti della personalità e delle propensioni politiche liberali (si intenda progressiste) o conservatrici, come emergevano da un ampio e rigoroso sondaggio eseguito anni fa su un campione di circa 30mila persone in Virginia (Usa), centrato su un gruppo di oltre 12mila gemelli ed esteso ai relativi parenti più stretti. L’approccio era quello dello psicologo inglese, di origini tedesche, Hans Jürgen Eysenck, secondo il quale sia i tratti della personalità sia le attitudini politiche derivano da una comune base genetica: un’ipotesi pienamente confermata dal ponderoso studio, cosa che ne rappresenta probabilmente il contributo scientifico più importante.

Il primo problema, tuttavia, è che, almeno stando agli autori, in particolare Brad Verhulst dell’università della Virginia (gli altri autori fanno capo all’università della Pennsylvania e a quella australiana di Sidney), i dati relativi ai progressisti e ai conservatori erano stati… invertiti, e conseguentemente agli uni furono attribuiti i tratti della personalità degli altri. L’altro problema è che l’importanza della rivista e il carattere dello studio ne hanno fatto non soltanto un riferimento per centinaia di ricerche successive, ma anche un’arma impropria e – come emerso soltanto oggi – completamente fasulla nelle mani delle élite liberali e trozkiste dominanti per screditare i conservatori, da intendersi tra l’altro e soprattutto come identitari e sovranisti. A qualche commentatore è perfino venuto in mente che se l’incredibile errore non fosse stato indipendentemente segnalato da un ricercatore dell’università della Danimarca meridionale, Steven Ludeke, probabilmente per convenienza politica e accademica questo non sarebbe mai venuto alla luce.

In sintesi, i risultati reali dello studio indicano con elevatissima significatività statistica che gli individui aventi i più alti tratti di psicoticismo di Eysenck sono anche i più liberali: psicotici, appunto, ostili, molesti, sociopatici, manipolatori, spietati e imperturbabili, pochissimo empatici perfino rispetto alle persone più vicine, chiusi nella propria realtà stravolta e tetragoni a ogni confronto che possa minacciarne le convinzioni. Un difetto genetico tuttora non solo incurabile ma intrattabile, che porta i soggetti che ne sono affetti ad odiare più che ad amare, a perseguire obiettivi distruttivi soprattutto rispetto ai propri simili più prossimi, a favorire il livellamento indistinto sul piano più basso possibile – valoriale, culturale, identitario, sociale ed economico. Cogliendo ogni occasione in questo senso, dall’immigrazione all’odio di classe, alle confuse rivendicazioni delle minoranze trasversali di ogni tipo, all’anacronistico meme antifascista. Malati mentali, geneticamente deviati e patologicamente motivati: questi sono i progressisti, nemici delle sane istanze identitarie e sovraniste e, perché no, conservatrici.

Francesco Meneguzzo

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8 comments

nino 11 Giugno 2016 - 3:59

anche voi con questo “lo dice la scienza “,come se avesse parlato il padre eterno!…lo scientismo,appunto lasciatelo ai progressisti.

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Milo 11 Giugno 2016 - 4:34

La scienza è un metodo ragazzi, e in quanto metodo è fallibile qualora non venga lavorato adeguatamente su abbastanza fattori per avere certezza statistica del risultato. Fortunatamente l’ha previsto e di conseguenza i risultati sono “ricalcolabile”.

Quindi occhio a dire “la scienza”, piuttosto dite degli scienziati,tale ricerca, eccetera, perché la Scienza… non esiste.

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giovanni damiano 11 Giugno 2016 - 5:04

Scienza e scientismo non sono affatto la stessa cosa. Per cui, in questo caso, e tanto per fare un esempio, non è scientifico confondere artatamente concetti tra loro per nulla equivalenti.

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giovanni damiano 11 Giugno 2016 - 5:07

La Scienza (maiuscolo) in effetti non esiste. E’ un’astrazione. Una ipostatizzazione. Ma nell’articolo non mi pare si sia fatto uso di maiuscole. Poi, se si vuole polemizzare a prescindere, ricordo che anche questo è un atteggiamento per nulla scientifico…

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Milo 12 Giugno 2016 - 2:25

Non volevo polemizzare, ma solo mettere in guardia. Che si dica Dio o dio, per esempio, piuttosto che scienza o Scienza, non porta a gran differenza e di solito si intende la stessa cosa, aldilà che si elevi il concetto o li si normalizzi: sono sempre cose che non esistono di per sé, ma solo in rapporto con noi e la nostra intenzionalità.

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Martino 11 Giugno 2016 - 9:03

Io dico solo una cosa: preferirei una figlio ladro piuttosto che un figlio finocchio… ma sicuramente lo preferirei finocchio piuttosto che comunista. Che lo dica la scienza o meno (ma chi se ne frega della scienza), comunisti e affini per me sono la merda del mondo. Peggio della merda.

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Alessandro 14 Giugno 2016 - 11:21

“psicotici, appunto, ostili, molesti, sociopatici, manipolatori, spietati e imperturbabili, pochissimo empatici perfino rispetto alle persone più vicine, chiusi nella propria realtà stravolta e tetragoni a ogni confronto che possa minacciarne le convinzioni”……32 parole per fare il ritratto completo, esaustivo e terribilmente triste dell’antifascista medio italiano.

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Marco 25 Giugno 2019 - 10:53

a parte che non si capiscono le informazioni scientifiche che stanno veramente alla base, l’articolo esagera evidentemente nei toni e questo è un bel paradosso visto l’argomento trattato. Peccato perche sembrava interessante e percepivo una certa affinità con l’esperienza mia personale nella vita di tutti i giorni, la quale rimarrà una impressione e non avendo dati certi disponibili

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