Roma, 9 feb – Fusione nucleare più vicina, almeno stando a quanto reso noto dall’Ansa di oggi.
Fusione nucleare, i test del reattore “Jet”
La fusione nucleare, dunque, sarebbe più vicina. L’energia pulita del futuro, ovvero quella che “simula” quanto avviene all’interno delle stelle. A suffragare questa ipotesi sono gli ultimi test effettuati nel reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus). Dalle prove, il dispositivo ha infatti generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt. La stessa macchina, in prove effettuate 25 anni fa, aveva ottenuto la metà della potenza. La stessa Jet rende noti i risultati con l’aiuto dell’Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma. L’obiettivo è stato raggiundo cambiando il reattore all’interno e rendendolo più simile ad Iter, ovvero un altro reattore sperimentale che dovrà confermare, in futuro, la fattibilità della fusione.
Il problema energetico nel XXI secolo
Tra il dibattito eterno sull’energia nucleare pulita, e la qualifica “green” appena concessa dall’Unione Europea, e i problemi di approvvigionamento che l’Occidente (in particolare europeo) sta ora attraversando, pensare al futuro sembra una costante sempre più necessaria. Beninteso che l’argomento è talmente tecnico da portare anzitutto al più banale degli atteggiamenti, ovvero l’osservazione. Vedremo cosa ci diranno gli esperti negli anni a venire.
Alberto Celletti
3 comments
Sulla terra la fusione nucleare non si può proprio utilizzare.
Quegli 11 megawatt per quanto tempo sono stati garantiti ?
siamo alle solite….
PALLE,
raccontate ai cittadini da politici che non ne sanno una cippa,o da divulgatori scientifici con le mani in pasta nel giro…
per giustificare ricerche che ingoiano denaro pubblico senza fondo,
e che difficilmente restituiranno –
non dico un centesimo,ma nemmeno un milionesimo,del denaro che vi viene investito.
ormai la ricerca in quel campo è andata oltre il trilione di dollari di costi,
e non ha prodotto un EURO che sia UNO,di guadagno.
non occorre essere dei fisici avanzati per rendersi conto che è una ricerca perdente,per il semplice fatto che una centrale a fusione lavora a temperature estreme:DECINE o CENTINAIA di milioni di gradi.
e campo di confinamento del plasma a parte
– che è già abbastanza difficile da realizzare –
NON c’è modo di impedire il trasferimento termico alle pareti del reattore,che viene veicolato dai raggi infrarossi e che non possono essere schermati in alcun modo che si conosca,su quelle distanze:
le pareti di un reattore a fusione infatti hanno una distanza di solo qualche metro,dal plasma ivi contenuto…
che è a decine o centinaia di milioni di gradi:
e per quanto raffreddate non potranno evitare di sublimare molecola dopo molecola…o trasformarsi direttamente in plasma per via delle elevatissime temperature in gioco,prima ancora che il circuito di raffreddamento riesca ad estrarre il calore dalla parete.
infatti,come dice ANCHE questo articolo:
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“Dalle prove, il dispositivo ha infatti generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt”
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ora…
11 megawatt per 5 secondi,NON SONO NIENTE:
per sostenere i nostri bisogni energetici,serve un reattore che produca anche molto meno
– purchè sia in guadagno di energia rispetto a quelle necessaria per il suo funzionamento –
ma COSTANTEMENTE per lunghi o lunghissimi periodi di tempo,altrimenti è completamente inutile.
e che io sappia,fisicamente NON esiste un sistema di raffreddamento che sia in grado di superare il problema del trasferimento termico eccessivo,ed estrarre il calore con la stessa velocità con cui si innalza,dentro un reattore a fusione:
e DOVUNQUE ho cercato lumi in merito nessuno ha risposto a questo problema,
che viene tenuto accuratamente nascosto:
spesso ti censurano o bannano,invece di risponderti…
e quasi tutti i cosidetti “esperti”
evitano accuratamente l’argomento,PERCHE’?
dov’è il mio commento?