Roma, 10 gen – Buon compleanno Tintin! Esattamente come oggi, ben 90 anni fa, dalla penna visionaria del disegnatore belga Hergé (al secolo Geroges Prosper Remi) prendeva vita proprio lui: il reporter misterioso, sempre in giro per il mondo, di cui si è sempre saputo molto poco.
Un alone di enigma, attorno alla sua figura: immagine buffa ma rassicurante, caratterizzata da un ciuffo alto e rosso. “Les Aventures de Tintin”, fin dalla prima edizione datata 1929, sono state caratterizzate da quella “linea chiara” di cui Hergé fu maestro e precursore: molti ne imitarono lo stile, pulito e lineare. Le storie si dipanano nel contesto storico del XX secolo: Tintin, svolge il suo mestiere come fosse una missione. Economicamente, non redditizia: ed ecco che Hergé, decide di premiarlo con una fortunata caccia al tesoro. Permettendo sia a lui che ai suoi soci (il capitano Haddock e il Professor Trifone Girasole) di vivere di rendita. Tintin è l’emblematico personaggio positivo, contrapposto agli antagonisti – prevalentemente spie, falsari, trafficanti di droga e schiavi.
Oltre agli evidenti meriti per aver incarnato (e incarnare tuttora) la supremazia del Bene contro il Male, Tintin venne coinvolto in un’autentica diatriba politica. Il primo fu Charles De Gaulle, che confessò ad André Malraux: “Il mio unico rivale a livello internazionale è Tintin”. Da lì, una serie di attribuzioni e letture cameratesche dell’opera di Hergé. Tintin venne quindi “apertamente tacciato di fascismo e connivenza con Hitler”. Tesi perentoria, sostenuta da una fonte più che autorevole: Léon Degrelle. Molte le affinità tra il fondatore del partito fascista belga e la creatura di Hergé. Tesi comunque respinta da quest’ultimo e da suoi amici stretti. Eppure, Tintin e Degrelle sembravano “specchiarsi uno nell’altro”. Tant’è: nel 1992, durante l’esilio in Spagna, Degrelle fece stampare il volumetto “Tintin mon ami”, nel quale esplicitava la sua convinzione che Tintin fosse lui (e viceversa). Scattarono, inevitabili, le accuse di razzismo e antisemitismo: tra gli episodi maggiormente incriminati, ” Tintin au pays de Soviet”, “Tintin au Congo ” e “L’Etoile mystérieuse” (tavola uscita durante l’occupazione tedesca). Gli amici di Tintin, tutti cittadini di Paesi dell’Asse. I nemici, palesemente americani. Altre accuse, per la rappresentazione presuntamente discriminatoria dei personaggi d’origine africana: qualcosa che non troppo si discosta dagli isterismi antirazzisti d’oggi.
Tintin politicamente scorretto o no, sta di fatto che in questo 10 gennaio il reporter belga spenga ben 90 candeline. Festa grande tra Bruges (dove si trova lo store ufficiale) e Bruxelles: una serie di eventi e celebrazioni ne ricorderanno la nascita. Il giornalista “dal ciuffo rosso” è popolare e amatissimo tuttora. Perché ce ne è ancora, quanto mai bisogno. Non resta quindi che dire: buon compleanno, Tintin notre ami!
Chiara Soldani