Venezia, 1 feb – “Ufficiale. Il fumetto “Foiba Rossa” in tutte le scuole medie del Veneto”. Con queste parole su Facebook la casa editrice Ferrogallico dà una notizia a suo modo rivoluzionaria. La storia di Norma Cossetto e delle Foibe sarà infatti divulgata agli studenti medi veneti attraverso il libro a fumetti di Ferrogallico. Dando così sostanza a quel Giorno del Ricordo che, tra banalizzazioni e veri e propri boicottaggi, rischia di passare in sordina.
L’iniziativa, finanziata dalla Giunta regionale, rientra nel protocollo di intesa tra Regione, Miur e Federazione degli Esuli. Essa mira a promuovere iniziative di informazione e di approfondimento nelle scuole e far conoscere la tragedia delle Foibe e dell’emigrazione forzata dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia che circa 350mila italiani dovettero subire, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale e negli anni successivi.
“Norma Cossetto, la studentessa istriana allieva dell’università di Padova barbaramente torturata dai partigiani titini e uccisa nella foiba di Villa Surani – dichiara l’assessore regionale alla scuola, Elena Donazzan – è il simbolo di una tragedia tardivamente riconosciuta dalla Repubblica italiana e che noi abbiamo il dovere di far conoscere ai giovani studenti del Veneto. Non perché lo impone una legge, ma perché quella pagina di storia, colpevolmente taciuta, è ancora assente dai libri di testo e dai programmi scolastici”.
Le Foibe, un ricordo negato
Dicevamo che la diffusione di Foiba Rossa nelle scuole rappresenta una piccola rivoluzione. Il libro infatti è stato oggetto di contestazioni da parte di quella sinistra che nega le Foibe, o che semplicemente non vuole che se ne parli. O che ne parlino negazionisti o revisionisti, come nel caso eclatante dell’Anpi a Roma, che mentre nella capitale era invitata a parlarne, a Rovigo ne negava l’esistenza.
Il fumetto di Ferrogallico l’anno scorso è stato ferocemente contestato anche nel Veneto, proprio in quella Padova dove Norma Cossetto si stava per laureare quando venne brutalmente uccisa. Su pressione di collettivi studenteschi di estrema sinistra saltò infatti la presentazione in una sala universitaria. Con l’intervento dell’Associazione Giuliano Dalmata fu poi possibile ottenere una sala comunale per l’evento, che lasciò comunque uno strascico di polemiche. Proprio l’assessore regionale Donazzan si trovò in prima linea a difenderlo, e oggi ottiene il risultato di far parlare di Norma Cossetto in tutte le scuole medie. Anche la sede locale di CasaPound Italia venne coinvolta nel clima di caccia alle streghe montato a sinistra, che sfociò nel lancio di due bombe molotov.
Foiba Rossa non è l’unico lavoro recente sulle foibe attaccato dai nipotini di Tito. Anche il film Red Land – Rosso d’Istria, che racconta su pellicola la storia di Norma Cossetto, ha subito pesanti boicottaggi e contestazioni. A Pordenone si è arrivati a un’iniziativa negazionista fuori dal cinema dove veniva proiettato il film. A riprova che la polemica non si rivolge contro il singolo ‘prodotto’, ma tout court contro il ricordo delle foibe. Come per la storia a fumetti di Ferrogallico, anche “Red Land” ha trovato uno sbocco più ampio, per superare le barricate della sinistra. Sarà infatti trasmesso l’8 febbraio in prima serata su Rai 3.
Simone Pellico
1 commento
Spero sia tutto vero e che nessun comunistoide vigliacco e codardo si metta di traverso……….. di bastardi comunisti assassini in giro ce ne sono sempre troppi.