Roma, 12 mar – In quest’Europa che non sa più farci sognare, l’idea di una conquista europea di Marte risveglia risonanze epiche inaspettate. La navetta della missione ExoMars, nata dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e quella russa Roscosmos è già pronta sulla rampa di lancio nella base russa di Baikonur, nel Kazakhstan. Il lancio è previsto per le 10:31 italiane di lunedì 14 marzo.
La prima fase della missione porterà nell’orbita di Marte il satellite chiamato Tgo (Trace Gas Orbiter) e il modulo di discesa dedicato all’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli al quale si deve la prima mappa della superficie marziana. Sarà suo in ottobre, il compito di dimostrare la capacità europea di atterrare sul pianeta rosso. Nel 2018, la seconda fase della missione prevede il rilascio di su Marte di un rover equipaggiato con un trapano che perforerà il suo fino a due metri di profondità in cerca di tracce di vita: una prima assoluta nell’esplorazione del Sistema Solare. Non a caso il modulo che si poserà su Marte è dedicato a Schiaparelli: c’è moltissima tecnologia italiana in questa missione, della quale il nostro Paese è il principale sostenitore attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con il contributo dell’industria, con il gruppo Finmeccanica. “Sono già nati gli uomini e le donne che andranno su Marte – ha detto il presidente dell’Asi, Roberto Battiston – e possiamo paragonare il salto tecnologico di queste missioni Exomars con quello innescato dall’epopea Apollo negli anni Sessanta e Settanta. La missione è destinata a sondare Marte e possibili tracce di vita. È una missione che trasporta un sogno; non lanciamo razzi ma il sogno di atterrare su questo pianeta per la prima volta come Europa”. E finalmente sentiamo questo nome associato a un sogno, quando sulla Terra ci eravamo ormai rassegnati a legarlo a un incubo.
Giorgio Nigra