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Esportiamo cervelli in fuga e importiamo immigrati: ecco la vera emergenza

by La Redazione
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Roma, 23 lug – Sostituzione etnica. Sconfitta, ad oggi, del nostro Paese. Perché quando un giovane (volenteroso, brillante, magari pure laureato dopo aver investito impegno e denaro nel percorso di studi) si vede costretto ad abbandonare (per sempre?) l’Italia, l’Italia stessa ha fallito. Così ben pensano gli immigrazionisti incalliti a perorare la loro assurda causa: “Mancano gli italiani, partono gli italiani. E allora porti aperti, braccia aperte: evviva gli immigrati!”. Per tutti i “cervelli in fuga”, pseudo migranti pronti a subentrare.
Peccato che, dati alla mano, solo l’11,8% degli stranieri già presenti nel nostro Paese siano provvisti di titolo di studio. E di italiani, invece? Schiere di ragazzi qualificati, non trovano inserimento nel mondo del lavoro. In oltre 285.000, nel solo 2016, hanno lasciato la propria casa: alla ricerca della (meritata) fortuna. Numeri che fanno rabbrividire, che avvalorano la tesi della “sostituzione etnica” cui già si è parlato.
L’Italia altrove e l’Africa qui: giusto tutto questo? La domanda è retorica. La risposta, pleonastica. Perché partire, vivere e lavorare all’estero sono legittime scelte. Meno legittimo, sostenibile ed eticamente corretto, che ciò sia un’imposizione data dalle circostanze: e non libera scelta. E non libero arbitrio. Diplomati e laureati (anche con costosissimi master, annoverati nel CV): senza retorica, si immagini il volto contrito, la frustrazione dei tanti “le faremo sapere” che poi, più niente hanno saputo. Si immagini la valigia pesante, di oggetti cari e sogni infranti, da sistemare “altrove”: e chissà come andrà. Ma all’immigrazionista incallito (stile Boldrini, modello Bonino) cosa importa? Sulle coste nostrane (tuttora) ne sbarcano, di “futuri italiani”: cervelli in fuga? Nessun problema. Piuttosto “meravigliosa opportunità” (direbbero sempre loro, i folli anti italiani).
Abbiamo perso e stiamo perdendo un vero patrimonio: Francia, Germania, Australia (e non solo) sentitamente ringraziano. Nel frattempo, stipano centri d’accoglienza vari ed eventuali, migliaia di immigrati: senza qualifiche, senza arte, men che meno parte. Però “raccolgono olive e pomodori, fanno i lavori che gli italiani si rifiutano di fare”: il mantra, ballistico, dell’altrettanto ballistica sinistra. “Emergenza immigrazione”, dicono. E dell’emigrazione, parlerete mai? Domanda retorica numero 2. La risposta pleonastica, a ruota segue. Nel frattempo lievita il numero di fughe dall’Italia: da 3 milioni (2016) a 4 milioni 973.000 (nel 2017): un nuovo dopoguerra. E non più (solo) giovani del sud: è da Lombardia e Veneto che emigrano soprattutto, questi “ragazzi che purtroppo (per loro) non raccolgono olive e pomodori”. Così la prospettiva universitaria diventa un inutile surplus (per molti): il famoso “pezzo di carta”, che oggi è “biglietto: solo andata”. Un’emorragia da bloccare: prima che sia, davvero, troppo tardi. Troppo tardi per tutti.
Chiara Soldani

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4 comments

SiDai 23 Luglio 2018 - 5:46

Penso che a lungo termine questo sia il piu grosso problema in Italia al momento. La sinistra lo ha creato a puntino per avere la sue masse da sfruttare (come sempre) la destra non riesce trovare gli strumenti per fermare questo. Montanelli diceva: “Non vedo futuro per l’Italia, ma per gli italiani si, in giro per il mondo, come sempre”.

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Raffo 23 Luglio 2018 - 10:17

Un articolo che fa ribollire il sangue……. Laureati in nientologia che restano in italia e magari con le spalle coperte , liberi di fare anche dei danni , tanto paga lo schiavo e suddito popolo italiota…………al contrario ingegneri,medici,infermieri,tecnici elettronici, storici,traduttori, latinisti e linguisti ……….e tanto altro ancora………tutti all’estero com stipendi migliori e prospettive ottime per costruirsi una vita degna ed una famiglia…….. Da noi la casta e la burocrazia sinistra e pseudo democristiana si sono pappate tutto,da prodi in poi si sono venduti tutto……. Hanno sistemato con stipendi dorati da 10 mila euro in su tutti, dai figli ai nipoti, dalle concubine alle prime , seconde e terze amanti……..passando per froci e sodomiti, tutti hanno avuto il loro pezzo di carne…….poi restano gli italiani che studiano , a cui non resta che emigrare……..nel frattempo chi giunge dall’Africa……. Feccia negroide analfabeta e tribale…..che schifo.

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Michele 24 Luglio 2018 - 9:14

Laureato medicina,specializzato,varie fellowship.Residente in Veneto,in procinto trasferirmi all’estero.Purtroppo confermo quanto sopra:bene se libera scelta partire,non un obbligo (in particolare per chi magari ha pure una famiglia)

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Migliori guadagni e carriera: ben 2 italiani su 3 pronti a fare le valigie per l'estero | NUTesla | The Informant 4 Ottobre 2019 - 7:05

[…] (34,8% di chi espatria) e laureati (30% degli addii all’Italia) sono classificati come cervelli in fuga, ma a scegliere di tentare la scalata per il successo all’estero sono anche interi nuclei […]

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