Roma, 12 mag – Scomparso per moltissimi anni dai libri di storia e perfino dai registri di Gaggiano, suo luogo natale. Di Carlo Magnaghi non sappiamo nemmeno la data di nascita ma, con 11 vittorie durante la seconda guerra mondiale, viene collocato nella “Hall of Fame” dei migliori aviatori.
Fin dall’inizio della sua carriera militare, Carlo Magnaghi iniziò la leva volontaria nel Regio Esercito per poi arruolarsi, sempre volontario, nella Regia Aeronautica il 10 giugno 1940, lo stesso giorno dell’entrata in guerra dell’Italia. Magnaghi divenne subito pilota di caccia con il grado di sottoufficiale ed iniziò la sua mirabolante avventura.
Carlo Magnaghi venne affidato al 5° Stormo “Giuseppe Cenni” (il nome gli venne tributato in onore dell’aviatore medaglia d’oro al Valore che perì combattendo contro gli Alleati che cercavano di sbarcare in Italia). Magnaghi combatté nel Mediterraneo Centrale soprattutto prendendo parte alla famosa battaglia di mezzo giugno, vinta dalle potenze dell’Asse, e alla campagna offensiva in Tunisia che comportò la conquista del Paese da parte degli Alleati nel 1943.
Fino all’8 settembre, Magnaghi ottenne ben 8 vittorie. Dopo l’Armistizio, il soldato lombardo decise di schierarsi con l’RSI aderendo all’Aeronautica Nazionale Repubblicana e venne affidato al 1° Gruppo Caccia “Asso di Bastoni”, era comandato dall’eroe Adriano Visconti. “Per l’onore d’Italia” Magnaghi compì altre 3 imprese che gli valsero altrettante vittorie in aria.
Il 12 maggio 1944 Carlo Magnaghi venne raggiunto da alcuni esponenti dell’Istituto LUCE. L’aviatore avrebbe dovuto compiere alcune acrobazie per un video di propaganda bellica del regime. Durante le riprese, però, il giovane venne raggiunto da alcuni caccia alleati che lo attaccarono mentre stava atterrando e, al momento dell’attacco, colpirono anche gli altri mezzi fermi all’aeroporto.
Il giovane venne estratto dalle macerie del mezzo, ma il suo piede venne amputato per le gravissime condizioni in cui era ridotto. Ricorda Luigi Gorrini, altro aviatore, che, quando andò a vedere come stava l’amico, Carlo gli disse “Gigi, per piacere, slacciami la scarpa sinistra che è troppo stretta”. Quando Gorrini alzò il telo del letto, si mise a ridere nervosamente. La sua gamba sinistra non vi era più.
Il 13 maggio 1944, con tre medaglie di bronzo, due di argento, una croce di guerra e una croce di ferro tedesca, l’aviatore, l’asso di Gaggiano con 11 vittorie totali, moriva per il dolore e l’infezione procurategli dall’attacco alleato.
Tommaso Lunardi
Eroi dimenticati: lo sconosciuto asso Carlo Magnaghi
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