Roma, 24 giu – Era una calda giornata del 22 giugno 1889 quando Maria Letizia Bonaparte, seconda moglie di Amedeo I di Spagna e pronipote di Napoleone, mise al mondo Umberto. Pochi mesi più tardi, il re di allora Umberto I conferì al neonato il titolo di Conte di Salemi, carica che non venne più rinnovata a nessun altro. Umberto aveva altri due fratellastri: Emanuele Filiberto, Vittorio Emanuele conte di Torino e Luigi Amedeo conte degli Abruzzi.
Dopo che ebbe terminato gli studi, Umberto frequentò l’Accademia Navale di Livorno nel 1908 e partì volontario per il fronte nel 1915. Fervente nazionalista e coraggioso soldato, Umberto volle combattere in prima linea e, dopo aver ottenuto il permesso su sua personale richiesta, si distinse in combattimento ottenendo due medaglie d’argento al valor militare e la successiva promozione a ufficiale.
Nel 1918, il 19 ottobre, dopo aver dato valore di se stesso nel Carso e a Vittorio Veneto, il Conte di Salemi venne troncato da un tremendo attacco di spagnola. Umberto morì celibe e senza alcun figlio che potesse ereditare la carica paterna. In suo onore, si trova una lapide a Villa Chiavacci: “Nelle prime luci della Vittoria, S.A.R. Umberto di Savoia – Aosta Conte di Salemi, folgorate le nemiche trincee col fuoco della sua bombarda qui si è spento fedele al segno glorioso della sua stirpe sacro alla patria più grande”.
Tommaso Lunardi
Eroi dimenticati: l’ultimo Conte di Salemi e quel diritto alla prima linea
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