Roma, 11 mar – Marco Marsilio sarà ancora il presidente della regione Abruzzo, dopo i risultati delle elezioni locali di ieri.
Abruzzo, Marsilio si conferma
In Abruzzo Marsilio si conferma presidente e con un margine piuttosto ampio, come riporta la stessa Ansa. In realtà mancherebbero ancora un centinaio di sezioni da scrutinare ma il risultato è acquisito: 53,5% per l’attuale e confermato “governatore” e il 46,5% per il candidato del centrosinistra e M5s Luciano D’Amico. Fratelli d’Italia è invece il partito con il maggior numero di voti, secondo quanto riporta il portale Eligendo, con il 24% delle preferenze. Dietro ci sono il Pd con il 20%, Forza Italia con il 13,2%, e la Lega ferma al 7,6%. Ancora più giù i Cinque stelle M5S al 7%. Le parole di Marsilio: “Mai negli ultimi trent’anni un presidente era stato riconfermato: è stata scritta una pagina di storia e abbattuto un altro muro. Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere per completare un’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo”. Poi sul premier Meloni: “È andata a dormire tranquilla e felice”.
Cosa significa per il centro-destra
A dispetto dei risultati delle altre regionali di poco fa, quelle in Sardegna, il dominio anche su base regionale delle formazioni di centro-destra appare ancora nettissimo. Il che sta a significare che il governo, malgrado tutto, continui a conservare un consenso popolare ampio. Siamo, però, anche nel primo anno e mezzo di mandato, una fase in cui le critiche solitamente ancora non si mostrano pienamente. Non c’è una reale percezione dell’operato ambiguo dell’esecutivo fino ad oggi, fatto di movimenti sempre guardinghi, spesso totalmente immobili (come nella politica estera riguardante l’Ucraina) poca incisività perfino sulle questioni di cartello (immigrazione, nonostante il trend degli sbarchi in calo negli ultimi mesi) e alcune buone idee come il Piano Mattei che però mal si conciliano con una politica estera troppo seduta sul fronte mediorientale. Se andassimo a vedere i gradi di gradimento precedenti esecutivi, noteremmo un percorso che quasi sempre, nel primo anno, non ha mostrato crisi di consenso, dimostrando quanto gli effetti un intervallo di tempo simile non siano indicativi. L’incidente sardo poteva forse manifestare un’ nizio di crisi, questo sì, ad oggi ancora non sussistente.