Roma, 7 dic – Questa mattina sei attivisti di Ultima Generazione hanno messo a segno l’ennesimo blitz contro il patrimonio artistico: stavolta nel mirino degli eco-scemi è finita la Basilica di San Marco a Venezia: hanno spruzzato della cioccolata in polvere sulla facciata laterale destra e versato fango sulle colonne della Basilica.
Gli eco-scemi non si fermano
Ha visto la gloria della Serenissima: Dogi e capitani, esplorazioni e crociate, flotte indomite e gloriose battaglie. Ha visto camminare Wagner e Pound. Ha visto il risorgimento riprendersi centimetro dopo centimetro la laguna e poi l’Adriatico fino a Trieste. Sicuramente la Basilica di San Marco, sopravvissuta a maree ed intemperie, mai si sarebbe immaginata di dover vedere un fiotto di fango e cioccolata sparata contro i suoi marmi da sei imbecilli: sì perchè termini come “eco-vandali” gli rendono fin troppa gloria. Fermati dalla Digos, sono tutti italiani tra i 20 e i 34 anni che saranno denunciati per danneggiamento, a meno che non emerga un’altra accusa nell’indagine coordinata dal pm lagunare Roberto Terzo. Dentro gli uffici della Questura, i sei sono rimasti tranquilli e avrebbero detto ai poliziotti “noi siamo i soli fortunati a vedere ancora la Basilica di San Marco” e hanno definito la loro azione come “l’ultimo campanello d’allarme”. Evidentemente arriverà presto un’inondazione biblica che noi poveri mortali non possiamo immaginare.
Il fanatismo non va sottovalutato
Ora è fango, ma quando inizieranno i nostri “eroi” a prendere a martellate una statua o bruciare un palazzo? La domanda può sembrare esagerata, ma di fronte ad un cieco fanatismo nutrito di profezie in salsa biblica come quello di questi soggetti è lecito chiederselo. I fanatici stupidi poi sono i più pericolosi, soprattutto quando di fronte hanno uomini di paglia senza spina dorsale che si limitano ad indignarsi ma non agiscono “attivamente” per togliere a questi burattini il terreno fertile per il loro proselitismo: scuole ed università, dove invece di affermare idee forti e coraggiose ci si limita a seguire le sbandate.
Sergio Filacchioni