Roma, 14 nov – L’Istat ha rivisto, al ribasso, le stime sull’andamento dei prezzi ad ottobre. E l’Italia torna così in deflazione, con l’indice che segna -0,2% su base annuale e -0,1% rispetto al mese precedente.
La deflazione non è più il risultato solo del calo dei beni energetici, i quali comunque trascinano al ribasso l’intero indice, ma anche di altri beni che fino a pochi mesi mostravano il segno più mentre ora sono in territorio negativo. E’ il caso, ad esempio, degli alimentari non lavorati che passano da +0,4% a -0,4%, e dei servizi ricreativi, culturali e di cura della persona che segnano zero rispetto al +0,6% di inizio autunno. Una contrazione sempre più generalizzata che fa prescindere il dato collettivo dalle sole componenti negative: “L’inflazione – si legge nella nota istat – al netto dei beni energetici rallenta in misura significativa, attestandosi a +0,2% (era +0,5% il mese precedente). Analogamente, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'”inflazione di fondo” scende a +0,2% (da +0,5%)”.
Non va meglio tenendo conto di altri indici, come l’armonizzato Ipca che aumenta sì dello 0,2% rispetto a settembre, ma cala dello 0,1% su base annuale. Analogo discorso per l’indice dei prezzi per famiglie di operai ed impiegati che, “al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e diminuisce dello 0,1% nei confronti di ottobre 2015”. Anche sul medio termine le prospettive non sono positive dato che, spiegano sempre dall’Istat, “l’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,1%”.
Filippo Burla