Roma, 13 giu – In oltre vent’anni di politica da protagonista, Silvio Berlusconi ha fatto letteralmente scoppiare i fegati a sinistra. Generando anche quell’assurdo fenomeno rispondente alla definizione di “antiberlusconismo”, di cui abbiamo già trattato ieri.
Berlusconi, vent’anni a fare ammattire la sinistra politicamente corretta
Di momenti di “verve” spesso spacciati per figuracce in modo del tutto arbitrario, Berlusconi ne ha espressi tanti, e la sinistra ha sempre colto l’occasione per cercare di delegittimare il Cavaliere. Addirittura inventando di sana pianta, in alcuni casi (in caso, si passi direttamente al secondo paragrafo(. Diede un fastidio tremendo il “nascondino” con Angela Merkel nel 2008, durante un vertice tra Italia e Germania a Trieste: un banalissimo scherzo, magari poco istituzionale, divenne una specie di peccato mortale per Repubblica, Pd e soci. Stessa cosa quando, in una conferenza stampa congiunta nel 2006 con il presidente francese Nicolas Sarkozy, disse “io ti ho dato la tua donna” all’allora capo dell’Eliseo. Il riferimento era ovviamente un doppio senso, basato sulla nazionalità della compagna del presidente transalpino. Giù i muri, i politicamente corretti non ci vedono più.
E non parliamo nemmeno di quando Berlusconi si permise di ironizzare nel 2008 sulle differenze estetiche tra razze. Avvenne quando negli Usa venne eletto per la prima volta un presidente afroamericano, ovvero Barack Obama. Il Cavaliere così commentò la sua elezione: “Bello e abbronzato”, disse, scatenando le ire dei presunti antirazzisti di mezza penisola. Vietato scherzare sulle differenze, non va bene, caro presidente. Nel 2009, un anno dopo, Berlusconi incontra ad un summit proprio Obama e non si risparmia in complimenti per la moglie Michelle. Giù il teatro, in un contesto in cui – stranamente – le numerose barzellette raccontate dal Cav stesso non sono state tanto prese di mira.
Il “kapò” a Schulz
La più grave delle cinque invettive contro la genuinità di Berlusconi è però datata 2003, quando l’allora presidente del Consiglio, in una seduta del Parlamento europeo, prende di mira il deputato Spd tedesco Martin Schulz, dicendogli: ”In Italia stanno girando un film sui lager nazisti. La proporrò per il ruolo di Kapò”. Quell’atto fu definito una figuraccia senza alcuna base logica. Semplicemente, si ritenne indegno che Berlusconi attaccasse Schulz. Il motivo è però oscuro, dal momento che la Germania in quegli anni – come del resto adesso – si configurava come un concorrente critico dell’Italia nelle sedi europee, e Schulz era stato uno dei maggiori protagonisti di queste invettive, al punto da ridere, in quella seduta, delle parole di Berlusconi a difesa del nostro Paese. Il premier, quindi, reagì: magari, ancora una volta, in modo poco istituzionale. Ma definire una figuraccia una reazione a difesa di chi, in quel momento, insulta un Paese intero, è l’insulto peggiore possibile. Specialmente se fatto passare come l’esatto opposto grazie al dominio praticamente assoluto nei media mainstream.
Alberto Celletti
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Finocchi sinistri scribi e farisei.