Roma, 13 gen – Le famiglie italiane rinunciano alle cure sanitarie. E lo fanno almeno nella metà dei casi, come rende noto l‘Adnkronos.
La metà delle famiglie rinuncia alle cure
Nel 2021 il 50,2% delle famiglie italiane ha rinunciato alle cure e alle prestazioni sanitarie, un aumento di quasi il 10% rispetto al 2018. Quindi, a essere pignoli, leggermente al di sopra della metà. La fonte è il “Bilancio di welfare delle famiglie italiane” presentato da Cerved a Roma. La rinuncia alle prestazioni sanitarie “rilevanti” è stata di oltre il 13%, con effetti negativi sulla salute dei membri dei nuclei. Si rinuncia anche alle spese per l’assistenza agli anziani (56,8%), all’assistenza ai bambini e all’educazione precedente alla scuola (58,4%) e un 33,8% decide di fare a meno anche delle spese per l’istruzione.
Le ragioni
Le ragioni di un simile ripiegamento sono varie: ovviamente, il Covid ha recitato la parte del leone, ma la situazione esisteva già prima. Poiché quasi un terzo delle famiglie italiane vive in una situazione economicamente precaria. Nell’industria del welfare gli investimenti sono per 136,6 miliardi, contro i poco più di 21 delle aziende (per un valore complessivo del 9% del Pil). La crisi economica che attanaglia il nostro paese ormai da decenni, insomma, con il Covid ha raggiunto nuovi traguardi della depressione.
Alberto Celletti
1 commento
Nonostante la metà delle famiglie non riesce a curarsi come dovrebbe ,perché sono ormai precipitati nel campo della povertà, in televisione un incessante e onerosa campagna pubblicitaria cerca di invogliare gli italiani a opere di beneficenza nei Paesi dove le multinazionali producono profitti per la finanza e fame per i popoli.