Home » Crolla il laboratorio populista, tornano destra e sinistra (le élite ringraziano)

Crolla il laboratorio populista, tornano destra e sinistra (le élite ringraziano)

by admin
5 comments
diego fusaro filosofo

Roma, 14 ago – Quando la situazione precipita, sono solito richiamarmi ai versi di Hoelderlin: “Dove cresce il pericolo, / cresce anche ciò che salva” (wo aber Gefahr ist, wächst / das Rettende auch). Forse è solo una mia soggettiva tendenza, può ben essere. Sul fatto, tuttavia, che la situazione sia disperata e disperante credo sia difficile dissentire. La verità è che ha vinto, ancora una volta, il sistema liberista: il quale da subito aveva dichiarato guerra al laboratorio populista giallovederde, unico nel suo genere a livello europeo. Si trattava, in sintesi, di un governo che aveva rotto gli schemi della politica, la sua geografia tradizionale: non più destra e sinistra, ma basso contro alto, popolo contro élite, sovranità contro globalismo.

Era la sola possibilità per un riscatto nazionale-popolare. E l’élite cosmopolitica lo sapeva bene. Tant’è che da subito, grazie allo zelante operato dei padroni del discorso (circo mediatico e clero giornalistico), aveva fatto di tutto per fare cadere il governo gialloverde: il quale, pur con tutti i suoi limiti, spesso macroscopici, aveva rotto gli schemi della politica e aveva unito un’anima identitaria e un’anima socialisteggiante.

Ha prevalso la Lega liberista di Giorgetti

E ora la Lega di Giorgetti (quella sistemica e liberista, non quella salviniana, populista e meno sistemica) ha prevalso: e ha portato lo scalpo gialloverde ai padroni della global class liberista. Vedo due sviluppi possibili: o il governo tecnico lacrime e sangue (Cottarelli con il trolley o l’euroinomane Draghi, ad esempio) o il prevalere del fronte del “liberismo in un solo paese”, con il ritorno in campo della destra berlusconiana, che liquida come “comunista” ogni intervento dello Stato nell’economia.

Una cosa è certa, ha vinto il partito unico del capitale: che è riuscito a spezzare la saldatura gialloverde. Ed è altresì riuscito, conseguentemente, a far rifluire la lega verso la destra berlusconiana liberista e il 5 stelle verso la sinistra fucsia cosmopolita. Il capolavoro dell’élite mondialista: che vinca la destra o che vinca la sinistra, vince ora il partito unico del liberismo. Prevale l’alternanza senza alternativa, ossia una destra e una sinistra contrapposte apparentemente su tutto, ma che accettano supinamente il primato atlantista, il primato dei mercati, il primato della Ue.

Il liberismo regna sovrano

Sarebbe un vacuo giuoco provare a vedere se li accetta più la sinistra fucsia arcobalenica o la destra modello azienda, che pensa l’Italia come una startup. Il liberismo regna sovrano: il 5 Stelle che vota la von der Leyen, la Lega che cita la Thatcher come nume tutelare, le sinistre fucsia che hanno sostituito l’internazionalismo proletario con il cosmopolitismo liberista.

Insomma, in sintesi, il nuovo campo della politica che si delinea è questo: sinistre fucsia cosmopolite, con anche il 5 stelle eventualmente, a rappresentare il liberismo cosmopolita; e destra del liberismo sovrano, modalità Bolsonaro (il docile servo di Washington e Israele, il liberista che si finge sovranista). Manca una casella, che resta non occupata: un sovranismo populista socialista e non liberista, che davvero metta al primo posto la nazione e gli italiani, le classi lavoratrici e l’interesse nazionale. Chi sarà davvero in grado di occupare tale casella? Non lo sappiamo. Sappiamo però che tale casella è la sola possibilità di salvezza.

Diego Fusaro

You may also like

5 comments

Jos 14 Agosto 2019 - 9:20

…”era” la sola possibilità di salvezza….. Più che un “contratto” il ” verde” e il “giallo” dovevano fare una programmazione su basi ideologiche chiare e condivise, ma questo non è mai avvenuto e ne pagano ora il prezzo..

Reply
Giorgio 14 Agosto 2019 - 11:14

Purtroppo l’articolo di Fusaro contiene tante ragioni.

Reply
ugo 14 Agosto 2019 - 4:34

Fusaro: “circo mediatico e clero giornalistico”

Non dimentichi, prof. Fusaro, l’altro clero. Quello religioso. Le sue responsabilità sono enormi, i suoi metodi censurabili (ed in pelosa contraddizione coi princìpi della religione che tale clero prende a pretesto).

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati