Roma, 12 giu – Continua positivamente il percorso italiano in Nations League, la competizione UEFA che di fatto ha sostituito le ormai sorpassate amichevoli. Nella settimana appena conclusa gli azzurri hanno sfidato la tenace Ungheria (allenata dal “nostro” Marco Rossi) per poi volare a Wolverhampton – in Inghilterra – dove i campioni d’Europa hanno nuovamente incrociato i tacchetti con la Perfida Albione.
Italia e Nations League, Barella e Pellegrini piegano l’Ungheria
L’Italia torna in Romagna a 13 anni di distanza dall’ultima apparizione, un 1-0 alla Svezia firmato dalla capocciata dell’ex capitano Giorgio Chiellini. Nella splendida cornice di un Dino Manuzzi praticamente tutto esaurito il cittì continua con gli esperimenti. Modulo e Donnarumma – in campo nonostante un dito dolorante – gli unici punti fermi. Tra i giocatori di movimento a parte i confermati Bastoni, Cristante e Pellegrini (abbassato in mediana), tanti cambi. Dietro dentro Calabria e Mancini. Mentre torna tra i titolari Spinazzola, Barella completa l’inedito centrocampo. Davanti spazio al tridente leggero Politano-Raspadori-Gnonto.
Prestazione positiva della selezione azzurra che contro la solida – ma tecnicamente modesta – rappresentativa magiara chiude ogni discorso già nella prima frazione. Trama meno giochista ma sempre palla a terra quella italiana. Alla mezz’ora un’incursione del ritrovato Spinazzola porta Barella al tiro dal limite dell’area: il bel destro liberato dalla mezzala sarda vale il vantaggio. Allo scadere sarà poi Pellegrini – migliore in campo – a siglare il raddoppio: parte del merito va a Politano, che sulla fascia si beve Szalai e trova il romanista a centro area. La ripresa è giocata a ritmi più bassi: dopo la traversa centrata dallo stesso esterno napoletano arriva la goffa autorete di Mancini che riapre solo virtualmente la disputa. Nota di merito (extra-calcistica) ai giocatori ungheresi, a gara conclusa per diversi minuti sotto al settore ospite. In piedi, composti e mano sul cuore cantano il proprio inno nazionale insieme ai 1.500 della curva Ferrovia. Un onorevole – per quanto simbolico – gesto di amor patrio.
Inghilterra – Italia, un vivace pareggio ad occhiali
Undici mesi dopo, ancora gli inglesi. Questa volta non c’è il palio il titolo di regina continentale ma, almeno per il nostro nuovo ciclo, una sorta di prova d’ingresso. Verifica indicativa contro una delle principali candidate alla vittoria mondiale. Al Molineux Mancini rivoluziona l’undici titolare per la quarta volta nelle ultime quattro gare. A parte il “solito” Donnarumma tra i pali, dietro fiducia a Gatti (ottima prova) e Acerbi. Sulla destra la sostanza di Di Lorenzo – con Frattesi e Pessina a completare la catena – a sinistra c’è invece Dimarco. Davanti a lui Tonali e Pellegrini. Locatelli in cabina di regia, Scamacca centravanti.
Partita subito vivace e divertente: due giri di lancette e Pellegrini trova Frattesi, ma il sassolese davanti a Ramsdale non inquadra il bersaglio grosso. Al 5’ è invece una leggerezza di Donnarumma a servire sul piatto d’argento il pallone ad Abraham. Neanche il giallorosso centra la porta. Il nostro numero uno si riscatta al nono, quando devia sulla traversa il tiro di Mount. Minuto 25, bella azione firmata Locatelli – Di Lorenzo – Tonali: il rossonero spara sull’estremo difensore avversario. Poi ritmo e intensità calano ma entrambe le compagini provano comunque a rendersi pericolose. Gara che si conferma piacevole anche nella seconda frazione, con la “giovine Italia” che tiene comunque testa alle maglie bianche d’oltremanica.
Anzi, l’aver cercato l’imbucata giusta fino al triplice fischio dimostra che la mentalità è (tornata) quella giusta. L’iperbole di questa nuova nazionale è Gatti, fino a pochi anni fa in Promozione. Il frusinate non sfigura davanti a gente come Grealish, mister 117 milioni di euro. Bilancio positivo dunque, quello dell’andata del girone di Nations League: Italia in testa (5) poi un punto sotto l’altro Ungheria, Germania e Inghilterra. Ma soprattutto la sensazione di una squadra che – nonostante tutto – è già sulla retta via per ritrovare se stessa.
Marco Battistini