Roma, 6 feb – Al tempo della polemica su fake news, bufale, hate speech e post verità, insomma in soldoni, dell’eventuale censura da applicare su Facebook e sugli altri social network, non poteva mancare il contributo dei custodi della verità e censori per antonomasia del nostro belpaese: parliamo ovviamente dei partigiani dell’Anpi. Le cariatidi col fazzoletto rosso al collo, o meglio i loro successori “giovani” (e nerd in questo caso), hanno dato vita ad una ricerca denominata “La galassia nera su Facebook“, in cui raccolgono circa 2700 pagine legate all’estremismo di destra, di cui 300 esplicitamente apologetiche o inneggianti al fascismo. A realizzare la ricerca è stato un gruppo di lavoro interno a “Patria Indipendente”, rivista dell’Anpi, in collaborazione con Giovanni Baldini, responsabile tecnico del sito web dell’Anpi: “Ho utilizzato un software proprietario che sfrutta le librerie di dati pubblici di Facebook, le cosiddette API – ha spiegato Baldini intervistato da La Stampa – il progetto sperimentale ha quindi rilevato oltre diecimila pagine che in qualche modo sono connesse a correnti dell’estremismo di destra. Dopo un’attenta scrematura, il numero è sceso a circa 2700, e le pagine palesemente apologetiche sono circa 300“.
Il numero di “mi piace” in ingresso e in uscita tra le varie pagine, numero di fan, interazioni. Da qui la creazione di una “galassia” vera e propria, con “pianeti” e “connessioni”. Si può già notare dalla presentazione grafica che esistono due grandi blocchi in cui confluiscono il maggior numero di pagine legate all’estremismo di destra: CasaPound e Forza Nuova. Il lavoro non è fine a se stesso ma è concepito per andare a sostegno della proposta “Per uno Stato pienamente antifascista” presentata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 9 gennaio scorso. Il senso di questo incontro lo spiega il direttore di Patria Indipendente, Gianfranco Pagliarulo, anche lui intervistato da La Stampa: “L’incontro con Mattarella e il documento redatto hanno voluto esprimere con nettezza la situazione di grave carenza delle Istituzioni di fronte a un fenomeno che appare sempre più in contrasto con l’indirizzo democratico e antifascista della Costituzione, la ricerca condotta su Facebook sottolinea ancora una volta che l’intervento delle istituzioni si rivela necessario”.
Il Partito Democratico non è rimasto sordo alle richieste liberticide dell’Anpi, di “messa al bando” delle pagine Facebook inneggianti al fascismo, con l’onorevole Michele Anzaldi che ha prontamente firmato un’interrogazione al ministro dell’Interno Minniti e a quello della Giustizia Orlando: “Rendere applicabile anche nell’ambito dei social network quanto stabilito dalla legge sull’apologia di fascismo. L’uso apologetico del termine ‘fascista’ è punibile sia se scritto sulla carta stampata che pronunciato a voce. Nonostante un utilizzo del genere sia, almeno in teoria, vietato anche sul web, di fatto ricorre ampiamente su ogni social network. Secondo una ricerca dell’Anpi, sono circa 300 le pagine legate all’estremismo di destra che, su Facebook, inneggiano al fascismo. La Legge 20 giugno 1952 considera grave reato l’apologia al fascismo”. Anzaldi non si limita a citare la ricerca dell’Anpi, ma anche le dichiarazioni rilasciate in merito da Laura Bononcini, Head of Policy di Facebook in Italia, che interpellata sull’argomento ha risposto così: “la nostra è una community di oltre 1,7 miliardi di persone, con nazionalità e culture diverse: per questo motivo era necessario adottare degli standard della comunità che potessero valere in ogni Paese. Ogni segnalazione di contenuti in contrasto con la nostra policy viene esaminata da persone fisiche e non robot. Da poco abbiamo firmato un protocollo d’intesa con Google e Twitter per rafforzare le nostre policy e porre più attenzione su argomenti delicati come hate speech e discriminazione razziale”.
E’ proprio questa la questione che spinge Anzaldi a presentare l’interrogazione: per quanto considerata reato in Italia a causa della legge Scelba, l‘apologia di fascismo non rientra negli standard internazionali che violano la policy di Facebook. Nell’interrogazione di Anzaldi si legge: “sulla base di questi elementi, ho presentato dunque ai ministri Minniti e Orlando perché valutino di inoltrare la richiesta formale a Facebook Italia di includere il termine ‘fascismo’ e la sua apologia all’interno degli argomenti considerati ‘hate speech” e come tali oscurati”. La stessa Bononcini aveva consigliato in caso di apologia di fascismo, di rivolgersi alla polizia postale e segnalare. Ma per l’Anpi e il deputato Pd Anzaldi questo non basta, e così tra relazioni consegnate direttamente a Mattarella, interventi su grandi giornali e interrogazioni parlamentari in cui si chiede al governo di intervenire direttamente nei confronti di Facebook Italia, la strategia che conduce ad nuovo restringimento della libertà di espressione e alla salvaguardia del dogma antifascista, appare abbastanza delineata e di facile interpretazione.
Davide Di Stefano
4 comments
un’altra manica di parassiti, che non hanno mai lavorato in vita loro e non hanno nulla di meglio da fare!
facciamo la raccolta di firme per presentare la petizione per l’abolizione dell’anpi, associazione settaria che predica l’odio tra italiani ormai i veri partigiani sono morti e sepolti e sono rimasti solo gli orfani di un’ideologia stalinista e omicida , e oltretutto sovvenzionata con soldi pubblici e quindi soldi anche di cittadini che non la pensano come loro. E’ l’ora di smantellare questa cricca di stalinisti mentitori e assassini
mi piacerebbe una raccolta del genere solo per togliermi la curiosità di vedere il numero finale di firme, perché non verrebbe comunque presa in considerazione dai democraticissimi “compagni”…
L’unico modo per liberarsi dell’imperante marciume totale è di farlo con la forza
c’è una raccolta firme su per far chiudere l’anpi su change.org.
Predicano contro il fascismo e il nazismo come se il comunismo fosse stato meglio. Ignoranti andate a leggere i documenti negli archivi storici poi ne riparliamo. Gli stessi che predicano poi, se fossero sotto regime comunista piangerebbero dalla mattina alla sera.