Roma, 16 gen – Donald Trump vince, anzi stravince in Iowa le primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca 2024, come riporta anche l’Agi. Il fatto ha conseguenze politiche chiare, per molti versi prevedibili,
Trump, il trionfo in Iowa contro Ron DeSantis
Sui numeri c’è poco da discutere, e quelli vanno a favore di un Trump “stellare” in Iowa: l’ex presidente domina le consultazioni repubblicane appena svoltesi nello Stato in questione. Neve e temperature di meno venti gradi non hanno impedito agli elettori di dare una maggioranza schiacciante al Tycoon. È bastata mezz’ora di conteggi perché i giochi fossero ormai fatti: Associated Press e Cnn hanno dato la vittoria a Trump con una percentuale aggiratasi intorno al 50 per cento, più del doppio rispetto dei concorrenti, ovvero Nikki Haley e Ron DeSantis, in lotta giusto per un simbolico – ma inutile – secondo posto. Un risultato abbastanza “telefonato”: secondo i sondaggi degli ultimi mesi, DeSantis non aveva alcuna speranza di vincere con Trump. Troppa la differenza di popolarità e di sostegno da parte delle classi lavoratrici statunitensi.
Edison Research Projects stessa riteneva il 63 per cento dei partecipanti ai caucus aveva promosso Trump come presidente degli Stati Uniti “anche in caso di condanna in uno dei quattro processi che lo vedono imputato”. E, aggiungeremmo noi, le artificiose esclusioni da altre aree di competizione elettorale.
L’accanimento giudiziario giova al Tycoon, che mantiene una capacità di mobilitare le masse fuori dal comune
L’accanimento contro Trump non gli ha impedito di dominare la scena in Iowa, e questo è il primo dato che si trae dalle consultazioni elettorali appena effettuate. Poi c’è la capacità oggettiva del Tycoon di smuovere le folle come nessun altro, un altro aspetto difficile da ignorare tanto per gli avversari dem che per i concorrenti allo stesso interno del Partito repubblicano. Se perfino il presidente dem Joe Biden è costretto a definire “The Donald” come “il candidato repubblicano ufficiale per il 2024” e che “dobbiamo fare qualsiasi cosa per sconfiggerlo”, qualcosa vuol dire. Le presidenziali del 2024 cominciano qui. E il terreno dello scontro si fa già rovente, per delle elezioni, quelle statunitensi, che sembrano ancora più dirimenti di quelle – convulse e chiacchierare – di quattro anni fa. Cbiacchierate al punto che i sondaggi parlano chiaro: per il 68 per cento degli intervistati Biden non venne eletto nel 2020 in modo legittimo. Uno strascico
Alberto Celletti