Ladispoli, 2 ott – I bambini dell’Istituto Comprensivo ‘Corrado Melone’ di Ladispoli (provincia di Roma) saranno obbligati per un ora a settimana a seguire un corso di “Lingua, cultura e civiltà rumena”. La decisione è stata presa dal preside della scuola, Riccardo Agresti, giustificandola come “una potenzialità offerta ai più piccoli”.
In che modo insegnare una lingua scarsamente parlata come il rumeno offra maggiori potenzialità a bambini tra i 3 e i 10 anni non è molto chiaro. I genitori infatti hanno subito contestato questa decisione del preside, che sembra dettata più da motivazioni politiche ‘immigrazioniste’ (a Ladispoli gli immigrati rumeni sono quasi il 20% della popolazione locale) che non dal reale interesse per la formazione dei bambini.
I genitori hanno trovato una sponda nel deputato leghista Massimiliano Fedriga, il quale ha chiesto un intervento al Ministro della Pubblica Istruzione: “Il ministero invii immediatamente gli ispettori scolastici in questi due istituti per verificare la veridicità di questo scempio e, nel caso, interrompa immediatamente questo vero e proprio sfregio nei confronti della nostra cultura e dei nostri figli. È inaccettabile strumentalizzare la scuola e i bambini per portare avanti pericolose ideologie e battaglie politiche”, ha dichiarato il capogruppo alla Camera del Carroccio.
Risulta paradossale che in un paese con un tasso di analfabetismo funzionale al 47% ci si preoccupi di insegnare ai bambini lingue straniere piuttosto che puntare su un corretto apprendimento della nostra madrelingua.
Lorenzo Berti