Padova, 21 set — Tra i rischi delle cosiddette «professioni umanitarie» è compreso l’essere menati dai richiedenti asilo, i quali, assai sovente, l’«umanità» la intendono sempre a senso unico — verso di loro, ovviamente: accade così che a Tribano, comune provincia di Padova, in un appartamento gestito da una coop d’accoglienza, due cittadini siriani hanno mandato al pronto soccorso per le botte uno dei volontari.
Volontario coop pestato dai richiedenti asilo
Motivo? Secondo quanto riporta Il Corriere del veneto il ragazzo, un responsabile delle strutture di accoglienza, aveva richiamato i due richiedenti asilo — rispettivamente di 20 e 28 anni — in seguito a ripetute inosservanze del regolamento della coop, ricordando loro di attenersi con maggiore scrupolo alle regole. Banali direttive sulla convivenza civile e sul disturbo della quiete pubblica, niente di disumano o particolarmente coercitivo.
Guai a comportarsi civilmente
Eppure ai due, quel rimbrotto, quell’invito a comportarsi civilmente nella cooperativa che li aveva accolti, non è proprio andato giù. Ne è nata prima un’accesa discussione, poi una vera e propria colluttazione dove tutti e tre sono rimasti feriti seppur in maniera non grave. Il responsabile della struttura si è fatto refertare all’ospedale di Monselice, per lui qualche giorno di prognosi. Terminati gli accertamenti del caso oggi i carabinieri della locale stazione di Tribano hanno denunciato i due siriani per lesioni personali.
Sulla vicenda è intervenuto il primo cittadino Massimo Cavazzana: «Come amministrazione comunale, in collegamento stretto con la Prefettura, stiamo facendo di tutto per integrare questi ragazzi che ruotano sul nostro territorio. Ne abbiamo una media di dieci massimo dodici, ma ruotano velocemente e non sono mai gli stessi», sottolinea ai microfoni di PadovaToday. «Gli proponiamo corsi di italiano e gli proponiamo lavoretti socialmente utili che permettano loro di prendere confidenza con il tessuto sociale e in un certo senso li facciano sentire utili alla comunità. So che è un percorso difficile, ma noi facciamo di tutto per riuscirci».
Cristina Gauri
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