Parigi, 19 nov – Si aprirà fra poche settimane il Cop21, la conferenza di Parigi sul clima fondata su tutta una serie di presupposti dogmatici, primo fra tutti la convinzione che sia l’emissione antropica di CO2 a modificare il clima terrestre.
Negli ultimi diciotto anni le emissioni sono aumentate esponenzialmente, eppure la temperatura media troposferica è immutata, tanto per dirne una. I graduali mutamenti del clima ai quali abbiamo assistito negli ultimi decenni, come i graduali mutamenti ai quali assisteremo, non sono e non saranno un motivo d’allarme. La maggior parte di questi cambiamenti sono naturali, e qualsiasi impatto gli esseri umani possano avere è relativamente minore. Un’economia sana ed in crescita sarà in grado di adattarsi. Così è sempre stato, così sempre sarà.
È inoltre profondamente idiota voler limitare la presenza in atmosfera di una molecola fondamentale per la vita vegetale, senza la quale è bene ricordare non potrebbe esistere quella animale.
Il vero scopo della conferenza sul clima Cop21 è in realtà ben noto, per chi abbia approfondito minimamente il tema, ed è quello di creare un nuovo, immenso business. I paesi che emettono meno C02 (i poco sviluppati) potranno vendere “diritti di inquinamento” ai paesi industrializzati, che ne emettono tanto; ciò creerà un “mercato” dove le banche d’affari tratteranno questi particolari titoli, con tutti i rialzi, ribassi, speculazioni che ne seguiranno. Il noto luogo comune sui cosiddetti “venditori di fumo” acquista un senso abbastanza grottesco.
L’idea esiste fin dai tempi del futile protocollo di Kyoto, ma si è rivelata una bubbola, perché banalmente nessuno è così fesso da comprare realmente del fumo. Lo scopo è quindi crearlo d’autorità questo mercato, affidandone la direzione ad una serie di enti sovranazionali (Ue in primis, ma anche Onu e forse Wto) che avranno il potere di sanzionare gli Stati che sgarrano.
Può sembrare un delirio complottista, ma l’idea del “tribunale internazionale di giustizia climatica” è stata già lanciata ufficialmente in un importante incontro a Bonn.
L’idea è quella di creare una sorta di “fondo” internazionale, gestito da banche private, a cui ogni singolo Stato dovrà versare una quota da determinarsi. Curioso il funzionamento di questo “libero mercato”, creato sostanzialmente per legge.
L’idea del “mercato del fumo” sarebbe ridicola se non facesse piangere, e si capisce anche in fondo a chi fa riferimento il papa sudamericano, autore dell’oscena enciclica vagamente wiccana sul clima: 230 organizzazioni cattoliche in tutto il mondo hanno proclamato a Novembre il “mese del clima”, con petizioni, pellegrinaggi e iniziative varie che culmineranno con la marcia nella capitale francese il 29 novembre. Sembra quasi che ora sia la Chiesa a volersi mettere alla testa del movimento ecologista mondiale, e un modello lo ha dato il Vicariato di Roma che domenica scorsa ha organizzato la Marcia per la Terra (salutata anche dal Papa all’Angelus) raccogliendo l’adesione di decine di organizzazioni tra cui Wwf, Greenpeace e Legambiente.
Eh sì, siete peccatori se non fate la raccolta differenziata, se non coltivate l’ecologia e se producete CO2 senza comprare i diritti.
Matteo Rovatti
3 comments
Gentilissimo Rovatti,
i miei più vivi complimenti per la sua “penna tagliente”, che mette a nudo tante delle così dette verità rivelate dei nostri giorni. In un commento che ho fatto ad un precedente articolo – quello sulla conferenza di SOVRANITA’ in Lombardia, presenziata da Salvini – ho auspicato che proprio qui su IL PRIMATO NAZIONALE, s’iniziasse a far chiarezza riguardo un altro tema scottante: gli OGM. Perché, viste le sue notevoli conoscenze in campo scientifico, non ci delinea un quadro di questi misteriosi organismi che tanto suscitano il panico fra la gente? Perché non iniziamo a pensare ad un VERO Piano Nazionale per l’agricoltura, in cui si affronti anche la questione degli OGM? Spero che questo mio invito venga al più presto raccolto..
Saluti,
Sandro Righini
Gruppo di Studio AVSER
Ha perfettamente ragione.
Provvederemo.
Questa è una bella notizia! Non vediamo l’ora di leggere un bel articolo in merito.
E’ importante dare risalto alle problematiche del settore primario. Anche perché, lo dico per diretta esperienza, seppur ridotti all’osso, i coltivatori guardano ancora con una certa simpatia a determinate epoche. Avvicinarsi a loro, delineare un quadro d’azione unitario e dimostrargli interesse, vorrebbe dire averli al proprio fianco.
Saluti!