Palermo, 12 mag – L’analisi combinata dei consumi e dei prezzi dell’elettricità in Sicilia, comparata con gli stessi elementi a livello nazionale, eseguita dal Polo Solare della Sicilia diretto dal ricercatore Cnr Mario Pagliaro, partecipata dallo stesso scrivente autore e ripresa dalla rivista specializzata QualEnergia, consente di trarre alcune conclusioni importanti e non solo di carattere energetico.
In primo luogo – confermando l’obiettivo degli autori della ricerca – si manifesta una netta inversione del tradizionale ruolo della “zona Sicilia” rispetto alla formazione del prezzo unico nazionale dell’elettricità. Mentre fino a pochi mesi fa il prezzo zonale era nettamente superiore al prezzo unico nazionale (Pun), scaricando così sull’insieme degli utenti italiani l’onere di un parco centrali obsolete e inefficienti, nonché la congestione della rete di trasmissione ancora incredibilmente arretrata, dall’inizio del mese di maggio – e probabilmente già da aprile – il rapporto si è invertito: l’elettricità siciliana contribuisce quindi ad abbassare il prezzo per tutta Italia. Il prezzo zonale siciliano, nelle ore diurne lavorative dal 4 al 7 maggio, infatti, è stato mediamente inferiore di 9 euro per MegaWattora rispetto al Pun.
La ragione fondamentale della svolta è stato l’incremento della generazione elettrica dagli impianti solari fotovoltaici che – immettendo grandi quantità di energia nella rete nelle ore diurne a costo marginale nullo – hanno praticamente soppiantato le costose produzioni a olio combustibile. Tanto è vero che quando queste ultime rientrano in funzione, nelle ore serali e notturne, determinano un aumento del prezzo tanto da superare nuovamente la media nazionale.
La potenza solare fotovoltaica attiva in Sicilia raggiunge ormai i 1400 MW, con un aumento del 10% rispetto all’anno scorso: tanto grande da impedire che tutto il suo potenziale di riduzione della bolletta elettrica possa dispiegarsi, sia per la permanenza di “colli di bottiglia” nei collegamenti col continente (in via di soluzione), che costringe allo spegnimento di numerosi solari nei fine settimana, sia per il calo del consumo elettrico nella più grande isola e regione italiana.
Proprio quest’ultimo elemento costituisce ragione di allarme e conferma del collasso economico della Sicilia.
Non soltanto, infatti, il consumo elettrico nell’isola sta diminuendo di anno in anno, ma – forse perfino più importante – si manifestano due incredibili differenze rispetto alla struttura settimanale e giornaliera del consumo.
Mentre a livello nazionale il fabbisogno diurno nei fine settimana è inferiore del 35% rispetto a quello osservato nelle stesse ore dei giorni lavorativi, in Sicilia la stessa differenza si riduce appena al 10%, evidenziando un ridottissimo contributo dalle attività produttive industriali.
Inoltre, mentre a livello nazionale i picchi di consumo diurni – mattutino e pomeridiano – nei giorni lavorativi sono sempre nettamente superiori a quello serale, il picco serale in Sicilia supera di circa il 25% quello mattutino. Si, perché il massimo pomeridiano… semplicemente non esiste, come se di pomeriggio in Sicilia non si lavorasse, e anche di mattina piuttosto poco.
Normalmente, con una tale congiuntura economica e una classe politica regionale tra l’inetto e il comico, la situazione sociale sarebbe esplosiva. Oppure rassegnata.
Francesco Meneguzzo
2 comments
Normalmente, con una tale congiuntura economica e una classe politica regionale tra l’inetto e il comico, la situazione sociale sarebbe esplosiva. Oppure rassegnata.
l’hai detto.
ncd 40% dei voti a Mineo. Che “fabbrica” ci sia a mineo indovinatelo
I migliori siciliani se ne sono andati da un pezzo dalla Sicilia, quelli rimasti sono solo i filo-mafiosi e gli sfigati, quindi non si ci deve stupire se la nostra Isola affonda.