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Cinque stelle, l’onestà è più bella se a braccetto con la Cia

by La Redazione
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Cinque Stelle Cia

Roma, 5 lug – Cinque stelle, un’onestà ben remunerata dalla Cia, a quanto pare. Chiaramente, il titolo è solo provocatorio: perché la presunta “onestà” dei grillini ce la siamo giocata da anni. Anzi, se la sono giocata (loro) da anni. Però, come la stampa mainstream ha sottolineato in questi giorni, il caso di Jacopo Berti non può non suscitare qualche commento. Magari tragicamente divertito ma in ogni caso degno di espressione…

I Cinque stelle, amore per l’onestà e per la Cia

La notizia ha fatto il giro del web com’era naturale che fosse. In ogni caso si può rilanciare il tema del “tragicamente divertente”, dal momento che il signor Berti, candidatosi nel 2014 alla presidenza della Regione Veneto contro Luca Zaia, anche di recente la favola della “onestà grillina” l’aveva rilanciato sul serio. Del 2022 era infatti la sua idea di lanciare una “start-up contro le mafie”, come a dire che il messaggio grillino sia grosso modo sempre lo stesso: noi contro i corrotti, noi contro la politica cattiva e venduta e, ovviamente, noi contro la mafia. La forza della start-up sarebbe stata quella di avere brevettato con l’Università di Padova una sorta algoritmo: quest’ultimo analizzando bilanci e documenti di un’azienda, sarebbe stata in grado di scoprire eventuali infiltrazioni mafiose, riciclaggio di denaro, eccetera.

Viene fuori che la geniale start-up viene acquistata il 22 novembre 2022 per una quota minoritaria da una società, la Globintech, il cui proprietario è  l’ex capo della Cia in Italia, Robert Gorelick, 70 anni. Stranamente il secondo socio con poco più del 33% delle quote è tale Alberto Manenti, 72 anni, capo dei servizi segreti italiani durante i governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.

L’ennesimo chiodo sulla bara

Non è che ci sia molto da aggiungere. Al massimo, da infierire. I Cinque stelle continuano la propria “non esistenza” politica a suon di figuracce e di espliciti fallimenti. Ultimamente, se ne sono accorti in modo più deciso anche gli elettori, che li hanno fatti precipitare per la prima volta dopo il 2013 sotto il 10% dei consensi. La domanda però è sempre la stessa: quanto manca al funerale ufficiale? A giudicare dal tempo che si sta impiegando, decisamente troppo.

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