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Dal cinema alla televisione: ovunque vada, Saviano fa flop

by Lorenzo Zuppini
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Roma, 2 mar – Il Truce è un soprannome che, più che a Salvini, si addice a Saviano. L’indignazione morale è tipica di chi ha terminato le cartucce o, pur avendole, le ha caricate a salve. E quando il nocciolo è fare soltanto casino, agitare un po’ le acque e niente di più, allora partono i sentimentalismi e gli appelli da firmare per fermare il declino. Sembra il motto d’un partito, anzi, forse un partito con questo è veramente esistito nell’Italia del ventunesimo secolo.

Saviano campa di questo, della valle di lacrime che quella parte d’Italia dei frignoni e dei sensibili produce a giorni alterni ossia quando la cronaca piange, nel senso che il piatto piange e il portafogli di conseguenza. Se c’è penuria di materiale scottante, urge la ricerca capillare, e allora ecco che salta fuori la materia storia che il governo peggiore dal 3000 A.C. vuol eliminare dall’esame di maturità. Poco importa che si tratti di una bufala, tutto fa brodo e l’occasione è ghiotta per tacciare il governo di oscurantismo. Che poi, a Saviano e alla Murgia e a Fazio, tanto per citare tre nomi noti, della storia con la esse maiuscola frega poco o niente, perché l’essenziale è rendere indelebile quella trita e ritrita del sacro movimento partigiano e, per i figli che verranno e sempre che ne vengano, quella del governo criminale che aveva azzerato gli sbarchi clandestini. Quindi loro tre, seguiti da una pletora di frignoni, firmano un appello o un manifesto e, nel giro di ventiquattro ore tutti si sono scordati di tutto. Dei libri di Giampaolo Pansa sulla resistenza nessuno proferisce parola, segno che la storia, per esser bella e accattivante, deve fare la solita narrazione. Ovviamente quella con la esse minuscola.

Poi però i numeri non mentono, e qui casca l’asino come si suol dire. Saviano, che ha un’ottima produttività in fatto di opere assimilabili a cipolle per quanto fan piangere, non sta ottenendo grandi risultati. La paranza dei bambini, film tratto dal libro del nostro Roberto e incoronato col premio di Berlino, non è mai decollato al botteghino. Era al sesto posto quando, grazie alla notorietà di Saviano, aveva raggiunto l’apice di apprezzamento. Poi giù all’ottavo fino a veder crollare i proventi dei biglietti del 30%. Al secondo posto, invece, c’era Clint Eastwood con The Mule, capolavoro che prova quanto mura e reticolati siano di vitale importanza affinché le civiltà prosperino. Insomma non è avvenuto come per Gomorra, la cui Serie Tv ottenne un enorme successo sia sul piano economico sia sul piano sociale: aumentare le visite dei turisti a Scampia e dintorni. Per il resto, in pochi han detto ciò che si deve dire dopo aver visionato una roba simile, ossia che la narrazione dell’Italia pizza-mandolino-lupara è un’infamata veicolata da questi megafoni del nulla cosmico e che, aspettando che quei quartieri vengano risucchiati nell’inferno che li ha sputati, sarebbe il caso d’evitare di lasciar proliferare la mafia nigeriana divenuta a tutti gli effetti egemone.

Per rimanere in tema, essendone Saviano specializzato, rammentiamo che Kings of Crime è la docu-fiction condotta dal nostro Roberto e mandata in onda sul canale Nove, narrante le biografie dei boss criminali mafiosi. Il format prevede che Saviano tenga una lezione in un’aula universitaria dell’Alma Mater di Bologna, e lo share prodotto da questo capolavoro rende evidente quanto interessino le abitudini quotidiane dei signori criminali: la media è un risicato 1%, con saluti e baci. Il voyeurismo nelle case dei boss, la spionaggio dal buco della serratura della loro porta non è granché, soprattutto se proposto da chi, indossando l’abito scuro dell’antimafioso che sopporta tal peso per tutta l’umanità, si erge a oracolo indiscutibile dalle cui labbra dovremmo pendere tutti quanti.

Gli amici compaiono nel momento del bisogno, e così Fazio invita o’ scrittore nella sua rinomata trasmissione d’approfondimento per far due chiacchiere. Più che un sermone, che è roba da preti, quella Saviano è stata una preghiera collettiva con inchino verso il luogo sacro, ossia l’Africa, come i fratelli musulmani fanno cinque volte al giorno. E come dicono loro, la retta via è quella segnata a Che tempo che fa da Saviano, mentre la linea governativa di Salvini fa cagare e conduce all’inferno. Il tema era l’immigrazione da ripensare, i corridoi umanitari da ripristinare, la solidarietà che deve circolare, love is love e il mal d’Africa che ci attanaglia lo stomaco, l’inglese da imparare, un Erasmus da fare, non esistono molti popoli ma solo il genere umano, entrare in empatia coi clandestini che lavorano nei campi di pomodori e aprire le nostre porte a chi chiede riparo. Risultato? Saviano ospite d’onore del salotto radical chic per eccellenza raccoglie meno spettatori di Paperissima Sprint.

Che addirittura a questo profeta della banalità, della rispettabilità purchessia, anni fa sia stata concessa la cittadinanza onoraria di Firenze la dice lunga; ma che oltretutto lui la abbia dedicata “a tutti coloro che non possono averla” dà la misura di quanto egli rappresenti un insulto all’intelligenza e al senso comune. Viene da pensare a una massa di diseredati che campano sognando di somigliargli e di vedersi un giorno riconosciuta la cittadinanza onoraria di una qualche città italiana, magari per la lotta contro il male assoluto rappresentato dall’evidente avanzata del neofascismo. Ma che visione oscena, deprimente e perversa. E non per voler essere pigri a tutti i costi, sebbene la pigrizia sia l’arte, aristocratica per eccellenza, di non fare assolutamente niente. Il fatto è che non è concepibile che il popolo italiano abbisogni di mostri sacri come Saviano che gli permettano di sentirsi un buon popolo, un popolo corretto, un popolo civile e decisamente impegnato nella lotta di tutte le mafie e di tutti i fascismi, sempre a culo per aria pronto a farsi misurare la temperatura dal fascistometro della Murgia per poi sciropparsi il pippone savianesco nell’intento di combattere la malattia. Monologhi contro i criminali che fan venir voglia di diventare criminali. Almeno Genny Savastano era cattivo e tutti lo sapevamo. Questo invece è buono, è martire, ha la scorta e non possiamo neanche dirgli di smetterla di romperci le palle.

Lorenzo Zuppini

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14 comments

Dal cinema alla televisione: ovunque vada, Saviano fa flop - AllNews24 2 Marzo 2019 - 1:04

[…] Dal cinema alla televisione: ovunque vada, Saviano fa flop proviene da Il Primato […]

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Piero 2 Marzo 2019 - 1:05

Saviano, Murgia e Fazio… Mi spiace non siano vissuti nel Cile di Pinochet (ma in quel caso temo che sarebbero stati i più accorati cantori delle virtù del Generalissimo).
Paragonarli allo sterco risulterebbe insufficiente.

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Mario 2 Marzo 2019 - 1:51

Non fate giornalismo voi, fate terrorismo attraverso notizie false fatte apposta per chi non possiede alcuna capacità critica. Distruggete e dissacrate il solo buonsenso.
Si parlava alcune settimane fa di giornalisti pennivendoli e tutti si sono elevati a negarlo… Vedete voi cosa fare, se conviene al nostro Paese

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Roberto 2 Marzo 2019 - 4:47

PRRRRRRTT…

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Louis Vermont 2 Marzo 2019 - 5:37

“Fate terrorismo voi!”. Ti hanno dato una dose tagliata Mario!
O forse, ti prosti a Saviano come gli orfanelli di Fatima si prostavano alla Madonna.
In qualunque caso ti consiglio una visita di controllo al Sert. Perchè sparare cazzate una volta è umano, continuare a spararle significa aver perso il contatto dalla realtà. Questo consiglio è rivolto anche ai tuoi amichetti Simone 27 e Antonio Genovese. Anche perchè il tuo concetto di buonsenso sia quello di trasformare l’Europa in un pezzo di Africa denota che sei in preda a un delirio pericoloso e folle.
Poi non ti preoccupare. Nessuno te lo tocca il tuo santino Saviano. Anche perchè non si può toccare il niente.

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Red 2 Marzo 2019 - 2:57

Il mario qua sopra è un palese sostenitore di saviano,bel demente il suo fan club

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CN250 2 Marzo 2019 - 3:23

A Mario non ti piace? Allora leggi Sallusti ei suoi amici sinistrati

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Genny 2 Marzo 2019 - 3:52

Commento sciatto, banale, direi tipico di “destra”, e’ una vita che siete frustrati dalla non cultura, senza argomenti, senza idee, siete buoni solo a fare propaganda da 4 soldi, sloganisti buoni solo in campagna elettorale, avete 2/3 intellettuali bravi, e li avete pure emarginati(F. PERINA, M. Veneziani, M. Fini), consolatevi con il sig. Alemanno, il condannato!!!!!!!

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Mauro 2 Marzo 2019 - 4:54

Non riportate nessuna sua dichiarazione presa dalla TV Censuratelo il demente beota rosso di vergogna detto anche il rospo nei suoi ambienti che non sono i miei, ma i soprannomi prima o poi si vengono a sapere. Napoletano magna patane e suona campane

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EUGENIO BELLENTANI 2 Marzo 2019 - 7:26

Complimenti per l’articolo su Saviano, fatto bene, documentato e,cosa che non guasta, in un ottimo italiano. Continuate così

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Antonio 2 Marzo 2019 - 7:43

Zuppi i sei mediocre come uomo e come giornalista
Non meriti nemmeno di gestire pagine così importanti dell’informazione
In un mondo ideale saresti un rifiuto dell’umanità, un ratto di fogna dove dovresti dimorare anche se credo che nemmeno li saresti degno di occupare un posto

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Tramentozzi stefano 2 Marzo 2019 - 7:51

.. Ho letto il titolo e le ultime 10 righe del tuo vomitare su Saviano, posso solo immaginare il resto.. il flop è la tua vita “gentile signor nulla”. Vergognati.

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Raffo 2 Marzo 2019 - 9:49

saviano fa semplicemente schifo,è penosamente autoreferenziale, inadeguato e comunistoide……….. pseudo intellettuale sinistrorso racconta una storia tuita sua senza dare soluzioni ………. Anzi una ci sarebbe……… ma da rai uno a skypd24 lo coprono di vagonate di euro……….tanto pagano i sudditi e schiavi italioti, mica la sua adorata fecciaglia negroide…….auguri

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Marco 3 Marzo 2019 - 11:18

Basta con esseri malefici e divisori, autentiche piante di zizzania, o basta col pubblicare i pensieri di un idiota che spaccia fesserie per professione, che faccia qualcosa di utile per se stesso e si trovi e si metta a lavorare sul serio una buona volta in vita sua, la pacchia è finita.

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