Milano, 18 gen – Oggi a piazza Affari non si respira una bella aria. La settimana scorsa si è conclusa con un vero e proprio bagno di sangue. Le Borse europee hanno bruciato in un sol colpo 260 miliardi di capitalizzazione. Non si salvata, certo, Milano: il Ftse Mib ha chiuso, infatti, l’ultima seduta con un calo del 3,07% a 19.195 punti. Molti pensano che il peggio non è alle spalle. Anzi, qualcuno pensa che siamo solo all’inizio di una crisi che potrebbe avere effetti più dannosi del crollo della Lehman Brothers. Molte sono le cause di questo disastro. Un tema questo, già analizzato su questo sito. Infatti, il calo del prezzo delle materie prime non è certo un fattore irrilevante. Ma gli occhi di tutti sono puntati sulla Cina.
Vediamo perché. La Cina finora è stata la locomotiva dell’economia mondiale. Ora, rischia di andare a sbattere. Le ragioni sono tante, ma andiamo con ordine. Martedì 19 gennaio in Cina saranno comunicati i dati sul Prodotto interno lordo annuale e mensile del Paese. Se il dato fosse al di sotto del 7%, si potrebbe scatenare un effetto domino su tutti i mercati. Queste almeno sono le previsioni dei guru della finanza. Ma perché è così importante il Pil del Celeste Impero? In realtà, gli operatori finanziari sono preoccupati dal rapporto tra debito complessivo (pubblico e privato) e Pil che è arrivato alla soglia critica del 280%, pari alla modica cifra di circa 28000 miliardi di dollari. Il tutto solo negli ultimi cinque anni. Ecco dunque perché devono crescere tanto. Sono indebitati fino al collo. Anche se stranamente Pechino detiene buona parte del debito pubblico degli Stati Uniti. I Cinesi insomma sono dei creditori che a loro volta sono indebitati fino al collo. Ecco, l’ennesimo esempio di come la bolla del debito rischia di esploderci tra le mani.
Poi ci sono tante altre cause che spiegano la debolezza di Pechino. In primo luogo, manca un sistema di welfare. Nel più grande paese socialista del mondo la sanità è quasi completamente a carico dei cittadini. Lo stesso vale per l’istruzione. Quindi, le famiglie se vogliono curasi o far studiare la prole devo mettere da parte qualche soldo. C’è, inoltre, il rischio di una grande bolla immobiliare. La politica espansiva della People’s Bank of China ha fatto crescere il settore immobiliare a dismisura. Gli edifici invenduti, però, sono numerosi e questo porterà inevitabilmente a un depauperamento del valore degli immobili. Chi ha investito in quel settore grazie ai mutui, concessi in maniera troppo allegra dalle banche cinesi, rischia di trovarsi in mano solo carta straccia. Non vi ricorda nulla tutto questo? Facciamo un passo indietro. Nel 2008 il crollo di Lehman Brothers fu provocato proprio da una mole di mutui detti subprime (spazzatura). La banca concesse troppi crediti a chi non poteva permettersi di restituirli. Poi per far quadrare i conti hanno rivenduto questi debiti a ignari risparmiatori che hanno visto sfumare i risparmi di una vita. Ma il settore immobiliare negli States pesava per il 5% sul pil, in Cina oggi è esattamente il triplo. Le conclusioni da trarre sono fin troppo ovvie.
Un altro dato su cui riflettere è quello relativo alle importazioni ed alle esportazioni. Tutti pensiamo che la Cina ha inondato i mercati con i suoi prodotti sottocosto. In effetti è così. Ma non si può certo sottovalutare che importa dal resto del mondo duemilamiliardi di dollari in beni e servizi. Il 6% di questa bella somma va proprio a beneficio dei Paesi dell’Eurozona. Può sembrare un dato di poco conto. Considerando, però, la debole domanda interna europea, il rischio che la febbre gialla contagi anche il Vecchio Continente è tutt’altro che remota. La grande crisi potrebbe essere dietro l’angolo. E a dirlo non sono degli incauti catastrofisti, ma importanti uomini della finanza. Qualche squalo sente già l’odore della sua preda. Tanto per non far nomi, l’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink ha detto alla Cnbc: “Siamo nel mezzo di un vero calo dei mercati. Ma, la velocità con cui tutto ciò sta accadendo lascia pensare a una rivalutazione del rischio, una rivalutazione su dove stiamo andando. Credo che non ci sia abbastanza sangue nelle strade. Probabilmente dovremo testare livelli più bassi. E quando testeremo livelli più bassi di mercato, allora ci troveremo di fronte a un’opportunità di mercato molto buona”. Per chi non lo sapesse, BlackRock è la più grande società di investimento nel mondo e gestisce un patrimonio totale di 4320 miliardi di dollari. Risparmiatore avvisato, mezzo salvato.
Salvatore Recupero