Milano, 28 ott – CasaPound, Lealtà Azione, Lega Nord e Fratelli d’Italia in piazza, insieme ai residenti del quartiere, per dire no al trasferimento di circa 300 profughi nei locali della Caserma Montello. Un presidio, quello di ieri, che ha visto in piazza diverse realtà tra cui appunto anche CasaPound Italia che, tra gli applausi delle persone presenti, ha fatto il suo ingresso in Piazza Firenze sventolando tricolori e lanciano cori e slogan come “Difendiamo la nazione non vogliamo immigrazione” e “Il centro d’accoglienza non lo voglio”.
“La città di Milano è satura, non è più in grado di accogliere altri immigrati e, tanto meno, di aprire nuovi centri di accoglienza”, dichiara la portavoce milanese di CasaPound Italia, Angela De Rosa, intervistata da Rete4, a margine del presidio. “Con una città al collasso, le istituzioni dovrebbero iniziare a preoccuparsi degli italiani vittime della crisi e capire che una politica dell’accoglienza fatta sulle spalle dei cittadini non è più possibile”, ha aggiunto, attaccando la giunta Sala e il governo. Agli interventi dei rappresentanti di CasaPound fanno eco anche quelli di Viviana Beccalossi (FdI e Assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città Metropolitana) e Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che, richiamandosi ai fatti di Goro, invita i cittadini alla ribellione.
Durissima in merito la posizione dei militanti di CasaPound che questa volta proprio non ci stanno ad essere accomunati al movimento del leader del Carroccio che, dichiarano, “aveva la possibilità di rompere con le vecchie logiche della politica ma, al momento dei fatti, si è schierato con il solito carrozzone. Noi siamo gli unici a lottare realmente per gli italiani senza puntare a comode poltrone”.“Salvini fa parte dello stesso partito del presidente di Regione Lombardia, Maroni, che ancora non ha fatto nulla di concreto per impedire questa situazione: CasaPound è l’unica che si è scesa in piazza con azioni vere e concrete in difesa degli italiani”. Un presidio comune, dunque, ma con differenze nette che i militanti di CasaPound tengono a precisare una volta di più.
Aurelio Pagani