Roma, 1 mar – Le case chiuse, dopo 60 anni, potrebbero riaprire. I Cinque Stelle stanno infatti valutando seriamente la proposta della Lega. “Non è prevista dal contratto di governo ma noi non abbiamo preclusioni. Ci deve essere una discussione approfondita sulla questione, in quanto si tratta di un tema delicato, così come sulla regolamentazione della cannabis. Sono due argomenti importanti su cui ci deve essere un approfondimento non ideologico ma sul merito”, così Vittorio Ferraresi, sottosegretario M5S alla Giustizia, ha spiegato all’Adnkronos che la proposta di Salvini volta alla regolamentazione della prostituzione non vedrà i pentastellati mettersi di traverso a priori.
“Va bene – ha precisato Ferraresi – se la discussione viene approfondita sul Blog ma prima va affrontato il tema a livello parlamentare. Da parte nostra c’è apertura. Sono tanti gli argomenti che si possono discutere, non si può escludere a prescindere un voto”. Il M5S dunque, con tutta probabilità, metterà sul piatto altre questioni non previste dal contratto di governo che potrebbero ricevere il via libera della Lega. Non si tratta però di un mero do ut des, se non altro perché entrambe le forze di governo non lo ammetterebbero mai ufficialmente, sembra al contrario che in casa Cinque Stelle ci sia la convinzione che tutto sommato sarebbe impopolare dichiararsi contrari alla riapertura.
Case chiuse per “libera” cannabis?
Non a caso, secondo il sottosegretario al Viminale Carlo Sibilia (M5S) “aprire la discussione” sulla questione case chiuse “non farebbe assolutamente male”. Per l’esponente del M5S, infatti, è semmai necessaria una discussione “con toni sereni senza alimentare inutili divisioni”. Perché “se ci si approccia così si può discutere anche di altri temi problematici per la sicurezza”, ha affermato Sibilia che probabilmente ha voluto in questo modo incalzare gli alleati sulla regolamentazione dell’uso della cannabis.
Alessandro Della Guglia