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Caro carburante, in Sardegna camionisti ancora sul piede di guerra

by La Redazione
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caro carburanti

Roma, 18 mar – La protesta per il caro carburante in Sardegna è tutt’altro che finita o estinta, come riporta Today.

Caro carburante, cosa sta succedendo in Sardegna

I prezzi di benzina e gpl volano, e il rischio di un blocco totale dei tir è ancora vivo. L’Unione delle Associazioni Nazionali dell’Autotrasporto (Unatras) aveva infatti annunciato la data del 4 aprile, presentandola nelle tempistiche previste dal Garante degli scioperi. Lo sciopero, ad oggi, ancora non è iniziato: semplicemente, i camionisti hanno deciso in piena autonomia di non muoversi, perché lavorare sarebbe stato molto peggio che restare fermi. E la regione dove tutto ciò si è intensificato è, appunto, la Sardegna, dove lo stop, sebbene parziale, ha provocato molti problemi. Il segretario Flt Cigl Sardegna, Arnaldo Boeddu, afferma infatti che “quello avvenuto in Sardegna non è stato uno sciopero, ma una serrata di alcuni piccoli autotrasportatori, il cui numero è però abbastanza importante da creare disagi nell’importazione e nell’esportazioni delle merci, anche dei beni di prima necessità”.

Le conseguenze però sono molto serie. “Una serrata fatta in questa maniera crea moltissimi disagi agli altri settore. Basti pensare all’agricoltore che raccoglie i carciofi dopo un anno di lavoro e deve vederli andare a male perché non vengono trasportati in tempo per essere venduti. Se blocchi l’esportazione o il trasporto delle merci, c’è il rischio concreto che quintali di prodotti finiscano buttati. Questo è soltanto un esempio di come questa protesta può far ‘saltare’ il settore agricolo, ma lo stesso meccanismo è applicabile ad altre categorie. Se non arrivano le materie prime, ci sono tutta una serie di imprese che devono bloccare le loro produzioni, senza considerare i rider e i corrieri, anche loro costretti a restare fermi”, ha aggiunto Boeddu.

“Serve un intervento strutturale fino alla fine del conflitto in Ucraina”

Le politiche del governo, con il decreto taglia-prezzi, appaiono ad oggi insufficienti, come afferma Boeddu: “La strada è quella giusta ma la misura è totalmente insufficiente. Serve un intervento strutturale almeno fino alla fine del conflitto in Ucraina e fino a quando il prezzo del carburante non tornerà a scendere. Da anni chiediamo l’abbattimento delle accise e una rimodulazione dell’Iva, ma servono anche dei ristori per le imprese virtuose che hanno lavorato negli ultimi mesi con i prezzi alle stelle”.

E poi:”Dopo aver evitato conseguenze peggiori nell’immediato servirà fare un ragionamento più serio e approfondito sulle politiche energetiche e industriali: non è possibile che la nostra economia sia in balìa di un conflitto che avviene in un altro Paese o della protesta di una categoria di lavoratori. Le motivazioni sono corrette, era giusto fare una manifestazione, ma adesso tocca al Governo agire, continuare con i blocchi porterà la situazione a degenerare”.

E se i blocchi in Sardegna venissero emulati nel resto del Paese? Boeddu non ha dubbi: “Le conseguenze in caso di un blocco totale degli autotrasporti sarebbero disastrose, danni enormi come quelli causati all’economia della nostra regione, dalle merci da buttare ai settori bloccati, oltre alle inevitabili ricadute sulle tasche dei consumatori. È un problema che ricade su tutti, l’aumento dell’energia e dei carburanti ha provocato rincari su tutti i prodotti, alimentari e non, è una cosa più grande degli autotrasportatori. I blocchi non risolvono i problemi, la questione va affrontata in maniera diversa, con un intervento diretto della politica”.

Alberto Celletti

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5 comments

Prof. Massimo Sconvolto 19 Marzo 2022 - 12:44

Ma lo vogliamo capire che la guerra in Ucraina non c’entra niente con i rincari soprattutto dei carburanti?

L’ho spiegato anche graficamente
https://www.ilprimatonazionale.it//approfondimenti/guerra-ucraina-benzina-e-gas-sempre-piu-su-unondata-di-rincari-225953/#comment-84325

Quanto è durata la guerra in Afghanistan?

Guarda caso non c’è mai stato nessuno degli effetti che falsamente attribuiscono ora alla guerra in Ucraina.

La verità è che la FED per tentare il dovuto affondamento di Wall Street da 7 anni sta comprando carta straccia sovrapprezzo, il vero valore di una azione è quello a libro il prezzo di “mercato” sono scoregge taroccate grazie ad analisti e giornalisti prezzolati, e FED ha finito i soldi quindi tenta di ricavarli alzando artatamente il prezzo dell’unica risorsa USA rimasta essendo gli USA il primo produttore mondiale di petrolio.

I soldi truffati ai boccaloni con il Bitcoin casualmente spuntato attorno a fine 2014 stanno finendo
https://news.bitcoin.com/data-shows-78-bitcoin-supply-illiquid-only-4-2m-btc-constant-circulation/

ed è sempre più dura trovare nuovi boccaloni da truffare, neanche i boccaloni sono infiniti, e soldi coperti da scoregge non possono più stamparne
https://www.theburningplatform.com/2016/06/27/greenspan-warns-a-crisis-is-imminent-urges-a-return-to-the-gold-standard/

e titoli del debito spazzatura non li vuole più nessuno
https://www.marketwatch.com/story/washington-lawmakers-want-to-bring-back-build-america-bonds-the-muni-market-isnt-buying-it-11621533281

agli USA già contabilmente falliti
https://www.blacklistednews.com/article/77962/american-national-debt-increases-and-becomes.html

non resta che gonfiare artatamente il prezzo del petrolio con fake news.

Anche perché per tentare di fermare il dovuto crollo delle ultime settimane di Wall Street servono tanti soldi quindi preparatevi a convivere con i rincari perché da ieri la truffa per alzare artatamente il prezzo del petrolio è ripartata e nei prossimi giorni il petrolio tornerà a salire.

Scommettiamo? 😀

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Prof. Massimo Sconvolto 19 Marzo 2022 - 1:00

Quasi dimenticavo.

State lontani dagli “aumentoni” che vedrete nei prossimi giorni anche a Piazza Affari pomposamente sbandierati dai mass media che si dimenticano casualmente invece di informq+re dei crolli e approfittate degli aumentoni per incassare.

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Prof. Massimo Sconvolto 21 Marzo 2022 - 6:56

Tutto come previsto sopra.

Oggi 21 marzo aumento del petrolio e aumentone a Piazza Affari

Come faccio a indovinare?

I mercati finanziari sono taroccati per sfruttare, usando il trucco del jackpot superenalotto, l’emozionalità e conseguente irrazionalità e la cupidigia della massa che è una maggioranza per spennerla.

Se siete emozionali e non sapete leggere i numeri state lontani dagli investimenti di qualsiasi tipo.

Per guadagnare con gli investimenti bisogna essere freddi calcolatori.

Vi propongono investimenti in fondi?

Ci perdete soldi in partenza con le commissioni e non guadagnate quasi niente confronto al rischio e il perché l’ho spiegato da anni
https://massimosconvolto.wordpress.com/2016/04/23/infondo/

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Prof. Massimo Sconvolto 22 Marzo 2022 - 8:42

Oggi 22 marzo vedremo “aumentoni” ovviamente taroccati di Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Sputate in faccia ai “consulenti” che vi diranno di comprare perché hanno fatto l’aumentone.

Per guadagnare bisogna comprare titoli in crollo con un prezzo non superiore al 20% del minor prezzo raggiunto negli ultimi 5 anni.

A comprare l’aumentone si prende il padulone e non sono io a dirlo ma KPMG uno dei maggiori esperti finanziari
https://www.plurk.com/m/p/on3ylb

Cliccate con il tasto destro sull’immagine e aprite in una nuova scheda, è in italiano lo capirete benissimo 😀

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Prof. Massimo Sconvolto 23 Marzo 2022 - 7:47

Tutto come previsto!

Pompata Unicredit e Intesa iera sperando di pescare boccaloni emozionali da spennare e oggi haano venduto.

Tutto come previsto addirittura sabato per il petrolio di nuovo taroccato al rialzo.

State alla larga dalla finanza, vige una legge spietata, prelevare soldi dai boccaloni per farli confluire nelle tasche di quattro paraculi dell’elite finanziaria
https://massimosconvolto.wordpress.com/2019/02/23/della-finanza/

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