Napoli, 18 apr – Giuseppe, bambino massacrato di botte dal patrigno Tony Essobti Badre a Cardito non ha ricevuto solidarietà nemmeno a scuola nonostante il bambino e anche sua sorella si presentassero ogni giorno con lividi e ferite.
Intercettazioni delle maestre
Le intercettazioni delle maestre raccontano della violenza subita dai bambini e ignorata dai docenti salvo una nota inviata alla preside. Dalle indagini emerge che i bambini sono stati massacrati con il manico di una scopa dal patrigno: la mamma Valentina e le maestre si erano accorte che alla figlia femmina, addirittura, mancava un pezzo di orecchio. Nella deposizione la mamma racconta scene da incubo: “Piangeva e perdeva sangue dalla testa. Ho provato a difenderli, ma Tony mi ha allontanato con un morso” . “Non ha chiamato l’ambulanza” l’ha criticata nello studio di Chi l’ha visto Federica Sciarelli “Forse avrebbe potuto salvarlo”.
La piccola Noemi: “Me ne vado”
E’ infatti durante l’ultima puntata della trasmissione che per la prima volta vengono diffuse anche le parole della piccola Noemi, la bambina che come il fratello subiva le violenze: “Io lo dicevo alle maestre che Tony ci metteva sotto l’acqua e dentro il ces**. Mamma era con me, ma non faceva niente. Finalmente me ne vado da quella casa”. Le maestre dei due bambini sapevano: nove giorni prima della tragedia finale avevano redatto ed inviato una nota alla dirigente della scuola. “Il padre dei bambini è sparito” dice una delle donne nelle intercettazioni “era il compagno che li picchiava. Giuseppe non parlava, si buttava a terra e io gli dicevo scimmiottella. E lui ‘scimmia no”.
Ilaria Paoletti
1 commento
A proposito del modo in cui la maestra ha chiamato il bambino in questione: lo sapete, vero, che quel termine può cambiare E DI PARECCHIO il proprio significato a seconda del tono col quale viene usato? Siete CERTI che “scimmiottella” non venisse usato come vezzeggiativo, per sminuire il malessere evidenziato da Giuseppe?
Questa volta mi sa che avete “toppato”. Consiglio una maggiore cautela.
Aggiungo: i titoli “sensazionali”, lì per lì SEMBRANO generare interesse ma, alla lunga, finiscono per far perdere credibilità. Siate giornalisti, non strilloni.