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Cara Italia, ti hanno fregato anche il gelato

by Alberto Celletti
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Italia gelato

Roma, 20 ago – Fino ad alcuni anni fa l’Italia era il primo produttore europeo di gelato. Poi, per non tradire una decadenza che ha investito tutto il settore industriale e anche quello alimentare, si è visto “altro”. Questo “altro” è l’ultima classifica tra i produttori continentali, che vede il nostro Paese solo terzo, addirittura al di sotto di chi, per tradizione, con la pratica “gelataia” ha molta meno dimestichezza – e storia – di noi.

All’Italia hanno fregato anche il gelato

Si potrebbe dire polemicamente che l’Italia stessa si sia privata del gelato, ma poco conta. Il primo produttore europeo è infatti, secondo gli ultimi dati, la Germania, seguita dalla Francia. Questo sebbbene, dai rilievi Coldiretti, il nostro Paese sia il maggior consumatore.  La triste evoluzione del gelato segue in realtà quella di un’industria alimentare finita sotto controllo straniero per larghissima parte o ridimensionatasi enormemente negli ultimi trent’anni (si possono citare gli esempi di Motta, Galbani, Locatelli, senza rimanere insomma al settore gelatiero).Nel campo del gelato, positiva è stata la fondazione dell’azienda – ormai popolarissima – Grom, creata nel 2015. La quale però non è riuscita ad invertire la tendenza.

Una storia dimenticata

A inventare il gelato fu, manco a dirlo per non farsi più male, proprio un italiano. In tempi privi di frigorifero ma forieri delle famose “ghiacciaie” con cui si tenevano freddi e congelati gli alimenti nel sottosuolo umido e fresco. Quanto meno se si parla del gelato di concezione moderna, ovvero molto simile a come lo conosciamo oggi. Si tratta del siciliano Francesco Procopio dei Coltelli, il quale, tra il XVII e il XVIII secolo, divenne addirittura popolare nella Francia di Luigi XIV, quando, a Parigi, fondò il suo celebre caffé Le Procope, il più antico della capitale transalpina, dove iniziò a smerciare il suo innovativo prodotto. Se si parla di precursori del gelato moderno, ovviamente, la questione si fa più complessa. Ma è da notare che anche tra i creatori precedenti sia annoverato sempre un italiano, il fiorentino Bernardo Buontalenti, il quale pur occupandosi di tutt’altro (archiettura, nella fattispecie) avrebbe “inventato” la versione primordiale del gustoso alimento durante un banchetto (sebbene il fatto non sia accertato).

In ogni caso, la leggenda di Procopio dei Coltelli è divenuta tale anche perché non si è mai capito dove egli fosse nato. Certamente, si parla della Sicilia. Ma è ignota la città precisa: le ipotesi più accreditate sono Palermo e Aci Trezza, alle pendici dell’Etna. La seconda ipotesi, razionalmente, può sembrare quella più logica. La neve del vulcano, infatti, sarebbe stata un elemento fondamentale per Procopio, allo scopo di inventare quello che sarebbe diventato un alimento rivoluzionario. La nostra crisi riflette anche il tradimento delle nostre origini: e per quanto questa affermazione possa essere banale, non andrebbe dimenticata.

Albero Celletti

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