Londra, 25 ago – Inni britannici senza parte cantata: lo chiede il distanziamento sociale. O per caso c’entra il Black lives matter? Secondo quanto riportato dal Guardian, nell’ultima serata dei Proms – una stagione concertistica di otto settimane durante la quale vengono eseguiti uno o più concerti al giorno, suonati da una grande orchestra sinfonica – cioè la più importante ed attesa del ciclo di appuntamenti musicali, verranno sì suonati i tradizionali inni patriottici Rule, Britannia! e Land of Hope and Glory; ma, come confermato dalla Bbc saranno eseguiti in versione orchestrale, senza cantanti.
Coronavirus o antirazzismo?
La Bbc si è subito affrettata precisare che il clamoroso cambiamento sarebbe da ascriversi alle nuove misure contro il coronavirus e non, come sostengono voci sempre più insistenti, per silenziare i numerosi rimandi al colonialismo britannico contenuti nelle due canzoni incriminate; rimandi che in questo periodo di dittatura politicamente corretta del Black lives matter rischiano di offendere qualche permalosa minoranza etnica. Commentando la decisione, il corrispondente per i media e le arti della Bbc David Sillito ha così dichiarato: «The last night of the Proms avrà ancora Jerusalem, l’inno nazionale e nuove versioni orchestrali di Rule, Britannia! e Land of Hope and Glory. Inoltre, la Royal Albert Hall nella quale si terrà il concerto sarà off limits per il pubblico e il numero di musicisti e cantanti sarà ridotto e ben distanziato per la sala a causa delle misure contro il coronavirus». La musica «subirà degli adattamenti che riflettano le nuove circostanze», e quindi «non verranno cantate Rule, Britannia! e Land of Hope and Glory». Inoltre, Sillito ha fatto sapere che l’arrangiamento per sola orchestra ricalca l’esecuzione originale del 1905, dando ad intendere che la parte cantata rifarà la propria comparsa quando le restrizioni del coronavirus saranno terminate. Staremo a vedere.
Le critiche
Ma le voci e le critiche a proposito di un «cedimento di terreno» al Black lives matter non si placano e la Bbc, piccata, si è detta è rammaricata a proposito «degli attacchi personali ingiustificati» nei confronti della direttrice d’orchestra Dalia Stasevska, che vede favorevolmente la scomparsa dei testi «colonialisti», interpretandola come «un momento perfetto per portare il cambiamento».
Nigel Farage per esempio ha twittato: «Quindi la Bbc potrebbe eliminare Rule Britannia e Land of Hope and Glory dai Proms perché il direttore d’orchestra finlandese è troppo sensibile alle tematiche antirazziste. Perché non eliminare lei invece?». E stamattina ha aggiunto: «L’unica cosa che va cancellata è la stessa Bbc». Critiche alla Bbc sono arrivate anche dal segretario alla Cultura, Oliver Dowden: «Le nazioni che guardano al futuro non cancellano la loro storia» ha detto in un tweet. Gli echi della vicenda sono arrivati fino a Downing Street dove un portavoce di Boris Johnson ha dichiarato che «dobbiamo affrontare la sostanza dei problemi, non i simboli».
Del resto la Stasevska non ha fatto nulla per nascondere le proprie simpatie per i movimenti antirazzisti: «Dalia è una grande sostenitrice di Black Lives Matter e pensa che una cerimonia senza pubblico sia il momento perfetto per portare un cambiamento», ha dichiarato una fonte della Bbc al Sunday Times. Nel tentativo di disinnescare la bomba mediatica, i capi della Bbc hanno annunciato ieri sera che l’ultima data della kermesse presenterà ancora «elementi familiari e patriottici».
Cristina Gauri