Roma, 25 nov – Se una volta era forse solo un’usanza, quella del caffè – sia esso a colazione, a metà mattina, dopo pranzo o anche dopo cena – è ormai diventata una tradizione. Particolarmente diffusa in Italia e in buona parte del mediterraneo, ha però spesso portato con sé numerosi dubbi: al netto dell’aiuto per restare svegli e migliorare la concentrazione, la tazzina fa bene o male?
Negli anni le voci si sono rincorse, ma oggi arriva un nuovo studio destinato forse a mettere la parola fine all’annosa querelle. La ricerca, inglese, coordinata dallo specialista in sanità pubblica Robin Poole, ha analizzato gli effetti dell’assunzione di caffè sull’organismo. I risultati sembrano dimostrare che i benefici superino i rischi: fra gli habitué della bevanda (nel mondo si servono due miliardi di tazzine di caffè al giorno) si riscontra un minor rischio di patologie come la cirrosi epatica e il cancro al fegato. Non solo: chi beve caffè avrebbe anche meno probabilità di ammalarsi sia di Parkinson che di Alzheimer o di cadere in depressione. Dall’altra parte, invece, l’espresso e il cappuccino restano fortemente sconsigliati alle donne in gravidanza in quanto potrebbero causare parti prematuri o malformazioni al feto.
Ma qual è la quantità giusta? La ricerca affronta anche questo tema, consigliando un massimo di tre/quattro caffè al giorno. Oltre questo limite non vi sono comunque rischi, ma i benefici vanno via via decrescendo.
1 commento
Ottimo articolo e giusta informazione , in effetti i benefici al sistema nervoso sono molteplici ed in effetti un vecchio biochimico come me formato alla scuola di anatomia e biologia sul campo esulta per tali notizie…… Attenzione però agli eccessi ed ai danni al metabolismo digestivo e nei processi renali dove purtroppo il consumo esagerato crea più danni che benefici…….ricordo inoltre che il caffè anglo/ americano è rispetto al nostro più “allungato” in molti casi per cui tanto buonsenso e poco zucchero….