Roma, 15 ott – Lascia sconcerti la differenza di trattamento riservato ai familiari delle vittime. A Bra (Cuneo), l’Auditorium Bper ha ospitato la presentazione del mio libro “Le vite delle donne contano“, organizzata dai consiglieri di centrodestra Giuliana Mossino e Carlo Patria. All’evento, era presente Alessandra Verni che ha raccontato la tragica storia della figlia Pamela Mastropietro, violentata, uccisa e fatta a pezzi dal nigeriano clandestino e spacciatore Innocent Oseghale.
Negato il patrocinio
L’amministrazione di centrosinistra di Bra ha negato per ragioni ancora sconosciute il patrocinio all’iniziativa chiesto dalla Mossino e da Patria. Peraltro, il sindaco Giovanni Fogliato non si è preso nemmeno il disturbo di esprimere la sua solidarietà ad Alessandra e nessun consigliere di maggioranza ha preso parte alla serata. Nemmeno 24 ore dopo e nemmeno a 20 chilometri di distanza, si è svolta la presentazione del libro di Gino Cecchettin, padre di Giulia, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Alba. Perché questo doppio standard di due amministrazioni di centrosinistra riguardo a due ragazze uccise? È lecito chiedersi se, per una certa parte, la vita di Pamela contava meno rispetto a quella di Giulia a causa dell’autore dell’omicidio. Forse Oseghale non è in linea con la propaganda della sinistra contro il «figlio sano del patriarcato» italiano e a favore dei porti aperti all’immigrazione?
Le parole di Alessandra Verni
«Vorrei esprimere il mio sincero ringraziamento per l’evento della presentazione del libro di Francesca Totolo, “Le vite delle donne contano”, che si è svolto a Bra. È stato un momento significativo per dare visibilità a storie che meritano di essere ascoltate e comprese. Tuttavia, mi dispiace constatare che il Comune di Bra non ha sostenuto questa importante causa, in netto contrasto con il Comune di Alba, che ha dato il patrocinio per la presentazione del libro di Giulia Cecchettin. Questa situazione mi fa sentire una profonda indifferenza e una discriminazione nei confronti delle diverse forme di violenza che colpiscono tutti noi, al di là delle bandiere politiche. Nel libro di Francesca, viene data voce a molte vittime, bianche e di varie etnie, uccise da una violenza legata all’immigrazione. Come mamma di Pamela Mastropietro, vittima di una violenza disumana e demoniaca, mi sento veramente amareggiata da questa forma di razzismo che si manifesta anche da parte di alcune istituzioni. È fondamentale continuare a lottare per il riconoscimento di tutte le vittime, senza distinzioni. La loro vita conta, e le loro storie devono essere raccontate. Grazie a tutti coloro che si sono uniti a noi in questo importante momento di riflessione».
Francesca Totolo