235
Roma, 29 nov – Bossi si è detto stanco della base salviniana della Lega e ha chiesto a gran voce il congresso di partito proprio per stemperare le velleità nazionali auspicate (?) dal giovane leader milanese. Bossi sta bene con Scalfari, De Mita, Prodi, Ciampi, e trapassati vari sia in senso politico che fisico. Legato alla sua visione “Padana” di cui pensava di essere incoronato Re si è subito adattato a “Roma Ladrona” dando vita al suo Cerchio Magico, le Alleanze, gli agguati di Palazzo, i Tradimenti. Non si è fatto mancare niente fino a portare la Lega a uno striminzito 3%: folklore. Quanto meno è riuscito insieme al notabilato di partito a stoppare la visione nazionale di Salvini pensando che il 15% da questo conquistato fosse trasferibile alla sua visione padana. Sbagliando in pieno.
Berlusconi due giorni fa annunciando la sua “ridiscesa in campo” è stato chiarissimo: io sono contro “i muri” e contro il “protezionismo”, però alla UE saremo contro “le regole assurde” (e vorrei vedere che fosse pure favorevole), per cui il rinascente centrodestra si va a differenziare dal centrosinistra solo su questo: il primo è contro le regole assurde, il secondo se ne lamenta, ma non troppo, altrimenti sale lo spread. Entrambi restano “aperti” e “globalizzati”: più immigrati, più concorrenza straniera, più fallimenti, disoccupazione e miseria. Un programma economico degno di Roosevelt o Mussolini.
Però questa uscita, che viene il giorno dopo la ridiscesa in campo di Berlusconi e magari non è proprio casuale, è un bene perché ci farà vedere se Salvini ha un futuro politico nell’ambito del montante “lepenismo” europeo e “trumpismo” americano che vogliono “i muri” e il “protezionismo”. Vedremo quindi se dalla Lega esce una sintonia con la reazione alla globalizzazione che monta in tutto l’occidente o rimane nel moderatismo inconcludente e accidioso della II Repubblica gestita da Berlino.
Franza o Spagna, purchè se magna, dicevano una volta. E fu così che l’Italia che aveva riconquistato il “Primato” economico e culturale con la Firenze dei Medici, la Milano dei Gonzaga, la Palermo di Federico II, ritornò il paese dei “vili e calpesti”.
Luigi Di Stefano
5 comments
Bossi pensava (si fa per dire) d’essere il nuovo Machiavelli, invece è solo un pirla. Berlusconi è uguale a Renzi. Ma non ho capito perchè accomunare Roosvelt con la politica economica di Mussolini, entrambe sbagliate, ma l’Italia fascista fu una delle pochissime nazioni al mondo a crescere a ritmi notevoli e non risentire affatto della crisi del ’29. Invece la politica economica di indiscutibile successo, fu quella di Hjalmar Schacht, tanto che è stata in parte scopiazzata dalla MMT (invece la parte “inventata” dalla MMT secondo cui meno esporti meglio è… è un vero DELIRIO demente)
Comunque alle prossime elezioni se non cambia veramente qualcosa siamo perduti, vedremo
Bah, sinceramente questo passaggio su Roosevelt e Mussolini non l’ho capito neanch’io…
La Milano dei Gonzaga?
il 15%, la base di Salvini, di padano ha ben poco, forse un 1/3, il 5% è padano duro e crudo; e questo Salvini lo sa.
i restanti 2/3, il 10% è semplicemente elettorato di destra che vuole meno tasse, meno europa, meno stranieri, piu servizi;
e, piu importante;
avversa decisamente le idee secessioniste di bossi.
quindi questa, potrebbe essere la svolta decisiva di salvini:
1)o ritorna al purismo della lega secessionista relegandola al 5-7%
2)o fa la svolta nazionalista(quelli di destra lo voterebbero anche se non fosse un nazionalista puro, ma federalista e autonomista; cosa che avverso) e oltra al 15% magari potrebbe guadagnare un 8-9%.
un 23%.
Sono dentro la Lega da più di quindici anni ormai, francamente credo che queste punzecchiature bossiane abbiano un effetto politico nullo in caso di congresso.
Bossi viene solo corteggiato da presstitutes italiche per dar contro a Salvini, che, all’interno, non viene minimamente contestato se non da una percentuale infima di idioti emarginati e in possesso di facoltà mentali insufficienti a comprendere il mondo in cui vivono.
Nessuno ragiona più nei termini degli anni novanta, l’invasione migratoria è il tema centrale, più ancora delle tasse, credetemi.
Quanto alla Padania, tutti dicono che, non avendola voluta i Padani stessi quando le condizioni erano favorevoli, va ritenuto un discorso teorico e certamente subordinato al fermare l’invasione, un discorso sentimentalmente valido magari ma certamente un obiettivo non pensabile.
Quanto a Bossi, avreste dovuto esserci alla Notte delle Scope, io c’ero e una massa di militanti di lunga data fischio e zitti Bossi più volte, e non era più un capo ma un uomo che aveva deluso.
Poi il giudizio è divenuto più articolato, nessuna responsabilità penale personale, ma la grande responsabilità politica di aver scelto collaboratori carrieristi, ladri, una compagnia che a volte ricordava il peggiore craxismo e mandava in bestia la base laboriosa e ordinata che si trovava spesso a far campagna per soggetti indegni, come la Mauro, e altri tra cui spiccava il rampollo Bossi, il meno peggio dei suoi figli cresciuti viziati e superbi.
Dobbiamo solo ringraziare chi ha fatto scoppiare lo scandalo, ci ha permesso di liberare una base in media più che sana e laboriosa da faccendieri e carrieristi, dediti a manovre di corridoio bizantine e totalmente dimentichi dei fini. Menti furbe ma politicamente idiote.
Lascino in pace Salvini, forse non un leader eccelso ma comunque dinamico e capace di una realpolitik che si occupi del tragico esistente piuttosto che di idee un gran belle e un gran chimeriche.