Roma, 11 nov – Partecipata, decisa e composta. La manifestazione di sabato scorso a Bologna, che ha visto tra le centinaia di partecipanti anche la presenza di CasaPound Italia e Rete dei Patrioti, segna un deciso cambio di rotta rispetto al recente passato. Un “grande successo”, una “vittoria” come l’hanno giustamente definita i due movimenti identitari in un comunicato congiunto.
“Un principio di giustizia e libertà”
Movimento Nazionale e tartarughe frecciate “hanno affermato con forza e determinazione la loro possibilità di manifestare a Bologna, prendendosi la piazza e proclamando la vittoria di una manifestazione che rappresenta un importante segnale di coesione e volontà popolare”. Criticando “con fermezza la gestione dell’ordine pubblico da parte delle istituzioni, che ha alimentato tensioni e potenziali problemi di sicurezza”. L’aver permesso a gruppi di antagonisti di arrivare a poche centinaia di metri da identitari e patrioti – continua la nota – “ha rappresentato una scelta irresponsabile, mirata a provocare scontri e fomentare disordini”.
Solamente il senso di responsabilità e la determinazione di mantenere alta la missione hanno evitato incidenti. Evidenziando così “chi davvero ha a cuore la pacifica espressione del dissenso e chi, invece, cerca di strumentalizzare il momento per fini opposti”. È stato – usando le parole di Luca Marsella – l’affermare un principio di giustizia e libertà. Perché non possono esistere città ancora ostaggio di un antifascismo stantio. Istituzionale e non.
Mai più città ostaggio dei centri sociali
Ma le lucide considerazioni di CasaPound e Rete su questo storico sabato non si esauriscono qui. “Considerate alcune ricostruzioni dei giornali piuttosto fantasiose, vogliamo precisare che nulla ci è stato impedito ieri, né dalle forze dell’ordine, tantomeno dalle manifestazioni messe in atto durante la giornata, da Pd, centri sociali e anarchici. Dopo un blocco delle forze dell’ordine in prossimità di piazza XX settembre, la piazza è stata raggiunta e in un lato della stessa si sono susseguiti gli interventi, come era stato previsto e autorizzato”.
Dopo aver espresso solidarietà al passante – assolutamente estraneo al contesto – vigliaccamente aggredito dai collettivi, viene evidenziata la differenza ontologica tra manifestanti (circa 700) e i ‘soliti’ contro-manifestanti – un migliaio circa. I primi hanno sfilato “ordinatamente per le strade di Bologna per rivendicare sicurezza e contro il degrado di una città allo sbando”. Gli antifascisti al contrario “si sono scontrati con la polizia, non riuscendo nemmeno a sfondare un cordone di soli 7 poliziotti. Temendo forse che, oltre il cordone, la loro provocazione sarebbe giustamente stata respinta e la loro sorte sarebbe stata peggiore”.
Bologna merita di meglio
La nota conclude precisando come l’azione dell’antifascismo militante “sia stata fomentata da amministrazione comunale, ANPI e Partito Democratico, con in testa Elly Schlein”. Per una Bologna che insomma “merita decisamente di meglio”, le manifestazioni sotto al simbolo del tricolore continueranno in altre città italiane. Al fianco di quei connazionali che ancora non si sono arresi ai “colpi delle scelte ideologiche” e al “malaffare della politica”. Da questo sabato felsineo la sinistra esce quindi con le ossa rotte.
Perde l’antifascismo istituzionale, quello del presidio mattutino: dall’Anpi in giù una marea di sigle, piazza semideserta e pochissimi giovani. Perdono in partenza i centri sociali che – ancora una volta – riportano sulle strade il loro disordine interiore. Come sempre si affermano per negazione, sciogliendosi alla vista fisica della controparte. Non fa – infine – una bella figura Matteo Lepore. A corto di scuse e fantasia, al primo cittadino di Bologna non rimane che prendersela con il governo evocando una fantomatica “forzatura da parte di Roma” a fronte della contrarietà di Bologna al Corteo (affermazione prontamente smentita dalla Questura di Bologna) e il fantasma delle camicie nere: è un giochino che ci annoia, lasciamo spiegare i motivi della disfatta a chi ha perso. Dal canto nostro sabato a Bologna abbiamo visto avanzare il tricolore…
Cesare Ordelaffi