Mantova, 28 gen – E’ una misura che rafforza la tutela dei minori quella inserita dai magistrati della sezione diritto di famiglia del Tribunale di Mantova: prevede che i genitori che entreranno in tribunale per decidere sull’affidamento dei figli dovranno sottoscrivere l’impegno a non pubblicare le loro foto sui propri profili social e rimuovere quelle eventualmente già pubblicate.
Il divieto è stato reso pubblico dai magistrati mantovani attraverso un comunicato del consiglio dell’ordine degli avvocati di Mantova destinato a tutti i legali virgiliani e recepisce testualmente le istanze degli avvocati Loredana Ganzerla e Camilla Signorini che da anni ottengono il divieto contro specifici genitori assidui e frenetici divulgatori delle foto dei figli sui social, e che così recita: “Vietarsi a ciascun genitore di pubblicare le foto dei figli sul profilo Facebook nonchè su ogni altro social network provvedendosi alla immediata rimozione di quelle esistenti”.
Tale previsione verrà da oggi automaticamente inserita ad opera degli avvocati mantovani nelle condizioni congiunte relative a giudizi di separazione e divorzio ove siano presenti figli minori, a tutela quindi di tutti i bambini.
Per l’avvocato Signorini si tratta di una grande soddisfazione arrivata dopo anni di collaborazione e affiancamento alla Polizia Postale impegnata nella campagna #pensareprimadipostare. Le norme di diritto privato italiano e le convenzioni internazionale a tutela dell’infanzia, spiega la Signorini, già tutelano la riservatezza e la vita privata dei bambini, ma troppo spesso tali statuizioni vengono disapplicate in particolare dalla mamme molto attive sui social. Tutela tra l’altro prevista anche dalla Convenzione di New York del 1989, ratificata dall’Italia nel 1991.
Utilissimo quindi l’intervento concreto dei magistrati mantovani che inserendo proceduralmente il divieto negli atti di causa lo rendono non più eludibile dai social genitori che, in caso di violazione, potrebbero subire indagini sulla loro capacità genitoriale ad opera del Tribunale.
L’inserimento di foto sui social network costituisce infatti grave comportamento poiché di per se stesso pregiudizievole per i figli in quanto ciò determina interferenza nella sua riservatezza e la potenziale diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli visti nelle foto on line, senza dimenticare il pericolo rappresentato dai pedofili che possono inserire le immagini fra i materiali pedopornografici da far circolare fra gli interessati, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia.
Antonietta Gianola
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